I've always thought about surfing in Sardinia, my home-land.
Always wondered how it would be like.
After two weeks of completely flat conditions, and a week of strong wind, finally the right time came. And thanks to my old friend
Vincenzo Ganadu, who gave me a surfboard and introduced me to the area, I finally got my chance.
How is it?
Well, I can only speak about the small day I've found yesterday.
The waves were familiar.They were the same waves I played with when I was a kid. They break very soon and then roll without fury to the the beach. They pretend to be big and tall, but they never betray you or give you surprises. They are simply docile.
I heard stories about epic spots and conditions, and I believe them. Pictures and videos are all over the internet. I understand for the locals those special, rare, cold, winter days, are things out of fairy tales. But I don't crave for them. Maybe one day I'll see those conditions as well. Meanwhile I'm satisfied. And I'm already thinking about my warm, powerful Queensland waves.
Yesterday the surfboard felt very different. It was a bit shorter than mine, fatter, narrower, with round rails and with no enough wax! Also it was a single fin that I never use and had a weird weight distribution that required being way on the back for the pop up. My feet were sliding and my hands lost grip all the times.
Nevertheless, thanks to the complete absence of competition in the line-up, I had plenty of waves. Most were disappointing. Some, both left and right, gave me a small wall to play with. Those were the moments when I really missed my surfboards. I wanted to do stuff, do do more, but it wasn't possible.
The spot was small and there were enough people to make it crowded. But the people around me were shy tourists (maybe fearful?), funny kids, and adult locals who mysteriously were on shortboards.
I don't understand the italian love for shortboards. It could be a matter of fashion, shortsightedness or ignorance, I simply don't know. But thanks to that, I had to let waves go or I would have been on every one. Strange thing. But I also have to say it was very enjoyable to feel like everyone was having fun and being relaxed.
I made good memories.
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Driving at dawn. This curse follows me! |
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One of the 2 spots working. Getting smaller and smaller as the morning progressed.
By midday the wind was back. |
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Such a beautiful place! |
In questi anni ho sempre provato una certa insoddisfazione per non aver mai preso un'onda nella mia isola.
Com'è? Mi son sempre chiesto, cercando di carpire informazioni da chi ci era stato.
Finalmente questo piccolo desiderio si è avverato.
Dopo due settimane di piatta inverosimile, ed una di vento inverosimile, alla fine è arrivato il giorno giusto per provare. Grazie anche ad un vecchio amico,
Vincenzo Ganadu, che gentilmente mi ha dato una sua tavola e introdotto alla zona, ho finalmente remato tra le salatissime, odorose onde sarde.
Com'è?
E' impossibile dare un giudizio dopo aver visto così poco. Però posso dire che ho riconosciuto le onde della mia infanzia. Quelle con cui giocavo a Rena Majore. Onde che hanno fretta di rompersi e rotolano senza ferocia sino a riva. Che magari ti travolgono, ma non ti brutalizzano. Onde che fan finta di esser grosse ma che una volta sopra non ti presentano il conto a sorpresa.
Ho sentito racconti di condizioni speciali, spot particolari e momenti magici.
Ci credo. Si vedono le foto in rete di quei giorni dove le stelle si allineano. Immagino che per chi aspetta, in questa isola di vento e rocce, quei giorni, freddi, debbano essere speciali come le mareggiate di Waimea Bay raccontate da Greg Noll. Magari un giorno capiterà di vedere anche quelle onde. Per ora non ho desiderio in quel senso. Il mio animo è placato.
Penso già alle onde che mi aspettano in Queensland.
Quei muri inesorabili che spingono come treni e ti inebriano.
Ieri la tavola sotto i miei piedi era alquanto diversa da ciò a cui sono abituato. Era leggermente più corta delle mie, più stretta, più spessa, coi rails tondi, con una strana distribuzione del volume per la quale dovevo stare molto indietro per partire, ed un monopinna che non uso mai. Ed aveva perso quasi tutta la cera!
Ogni tanto i piedi mi scivolavano, le mani perdevano la presa, era stranissima da girare.
Nonostante ciò, complice la completa mancanza di competizione in acqua, ne ho preso in quantità . La maggior parte erano deludenti. Alcune invece, sia destre che sinistre, mi hanno regalato una parete di 40cm con le quali ho potuto interagire sino alla spiaggia. Erano quelli i momenti in cui ho fortemente desiderato la mia tavola, a cui avrei potuto far fare dei giochini più interessanti.
Attorno a me c'erano timidi turisti, semi debuttanti e rispettosi (intimoriti?). Ragazzini del luogo scatenati e divertenti. E locals adulti, probabilmente bravi (non ho dubbi), che però stavano sulle solite, ridicole shortboard, per le quali non era ovviamente giornata (ovviemente per me).
Perchè i giovani, pimpanti italiani snobbino il long è un mistero. Cecità , ignoranza, moda, non saprei.
Fatto sta che mentre in una situazione simile in Australia (piccolo spot, tutti vicini) avrei faticato e prenderne due, ieri lasciavo passare i set per riposare le spalle fuori forma e non fare l'ingordo.
Contemporaneamente la rilassatezza di tutti, e questa mancanza di competizione* è stata una esperienza nuova, sorprendente e bellissima.
Un bel ricordo da portare con me.
*non mi illudo che le cose siano così quando il gioco si fa serio..