18 September 2019

The Exit of Shame


Looking at cool surfing videos you only see beautiful young people, surfing in beautiful, secluded places, sun shining all the time.
They are always bear chest, or in bikini, and they don't get skin rush from the wax. They have 45 people taking pictures from every angle. They rush to the water without stumbling, they jump on the surfboard and this one slides effortlessly all the way to the line-up. When they are done, they get back to the beach riding a wave and you can tell that their hair is still dry.

Well, I try to be cool but it's not possible.

I spend ages getting ready. I always wear something to avoid skin rush or chunks of hair being teared away from my chest. I put plenty of sunscreen on my face and neck and often even legs.
I don't rush to the water because with the leash I can stumble at the first step. I just walk and put down the board, gently. Then Neptune sees me and sends waves in my direction to punish me. When I finally get to the line-up I'm a wreck.

But the saddest part is getting back to the beach. The operation that my friends and I have called the Exit of Shame.

It's a natural gift that allows you to never get a wave to the beach. You end up paddling like a beginner.
It starts when you declare "I'll go with the next one". And at the point there's no next one. The ocean simply gets flat for hours on end, laughing at you. You can then paddle back in for a hundred meters. Or wait.
If you wait, the next set is crowded with 100 surfers going all directions regardless of rules. If you chose to go you know you'll get hurt, and then you'll have to paddle back with a lump in your head.
If you are lucky and you really get a wave, then it's a close-out. In 3 seconds, you are floating in the breaking zone, with the biggest wave of the month coming at you. After the punishment, you know there's no way you can get a wave in. You find yourself in a channel, with a side rip that it's taking you away from your landing point. And that's when you have to paddle not only back to the beach, but sideways with the last remaining strength in your shoulders.

Ice on the cake, if the shoreline is a bit steep and rocky, you don't forget to kick a rock with your foot and bump the board somewhere, just to lose the last bit of dignity in the eyes of your peers.

The exit of shame. That's what make a session memorable!
I'm a master.





I didn't try this style. Yet.





In italiano questo post si intitola:

L'Uscita Meschina

A guardare i video patinati di surfisti piu' o meno famosi, possiamo individuare queste caratteristiche.
Surfano solo in posti bellissimi, spesso remoti, e dove c'e' sempre il sole.
Fa sempre caldo, sono sempre a petto nudo (o in bikini) e non hanno sfoghi cutanei derivanti dallo sfregamento della pelle contro la paraffina spalmata sulle tavole.
Hanno 45 persone al seguito per fare foto e filmati da ogni angolazione possibile.
Entrano in acqua con la rincorsa, senza mai inciampare, saltando sulla tavola che scivola senza sforzo sino al line-up, e soprattutto quando escono, coi capelli ancora asciutti, stanno cavalcando un'onda che li porta comodomamente sin sotto l'ombrellone.

Ebbene, ecco, io ci provo, ma proprio non mi riesce.
Quando vado in acqua ci metto un'ora a prepararmi. Indosso sempre la muta o qualcosa di simile per non grattuggiarmi i capezzoli e strapparmi ciocche di peli dal petto e ginocchia. Mi riempo la faccia ed il collo di crema solare, e se sono in shorts, anche i polpacci.
Entro in acqua camminando piano perche' col leash alla gamba inciampo anche da fermo. Poggio la tavola sull'acqua e remo faticosamente verso il line-up. In due secondi il mare mi riconosce e spedisce subito un set infinito di onde anomale per brutalizzarmi e farmi desistere.
Arrivo alla line-up senza fiato e sconvolto.  

Ma la fase migliore e' quella che io ed i miei sfortunati compagni di avventura abbiamo ribattezzato l'Uscita Meschina.

Si tratta di un dono naturale, misto allo zampino di Nettuno, per il quale non mi risulta possibile prendere un'onda per tornare in spiaggia. C'e' anche il fattore dichiarazione a voce alta tipo "prendo la prossima ed esco" che influisce sulla meschinita' dell'uscita. Un attimo dopo averlo detto il mare diventa piatto per 40 minuti. A quel punto o remi (uscita meschina, modello base) o aspetti. Se aspetti, quando finalmente arriva il set, 115 persone si lanciano sulle onde contamporanemante in un clima da gabbia di leoni. Se ti butti anche tu sai benissimo che il disastro e' assicurato (uscita meschina con contusione). Se lasci passare, torna la piattura.

Ma se per caso, per distrazione di Nettuno, riesci a prenderne una solitara e' sicuramente un close-out. L'onda ti travolge o cadi da solo miseramente. E poi scopri che dietro sta arrivando l'onda piu' grande del mese che ti sconquassa le membra gia' troppo stanche. Finita la punizione ti ritrovi troppo lontano dal line-up, su un canale d'acqua alta che fa amosciare le ondine di passaggio e che ti trasporta di lato. A quel punto, se non vuoi essere pescato dall'elicottero come Fantozzi, non resta che remare non solo verso riva, ma pure di lato  controcorrente per evitare di spiaggiarti a 5km di distanza. 
L'uscita meschina puo' essere poi coronata da una battigia ripida e sassosa. A quel punto una gratuggiata di piedi e ginocchia, ed un colpo di tavola tattico, annulla anche l'ultima parvenza di dignita' agli occhi dei presenti.

Ci sono volte in cui la performance dell'uscita meschina e' cio' che rende memorabile o meno una sessione al mare.
Io sono un maestro.



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