Colpa della mia dipendenza da surf, anche domenica mi sono sparato 150km per andare a surfare piccole, orribili e confuse onde in quel di Noosa.
Ma vi risparmio il noioso resoconto di questa sessione strappata ad un mare non molto collaborativo, per postarvi invece alcune considerazioni sul surf che ho trovato in rete.
Sono scritte da tale D. Rushkoff nel libro Playing the future, e suoi sono tutti i diritti.
Secondo me e' un chiaro esempio di pippa mentale esagerata, ma vi ho trovato alcune frasi che condivido. Ne riporto quindi una parte, sottolineando solo quello che mi e' piaciuto:
Il surf è una meditazione dinamica dipendente dall’abilità di chi la pratica di coniugare intenzione con sensibilità, volontà con passività.
In questo senso l’esperto raggiunge il perfetto equilibrio tra l’ego e l’universo, e per fare questo si immerge intenzionalmente in un soverchiante caotico sistema. Decisamente emozionante.
Tutti coloro che hanno cercato di costruire un castello di sabbia o una casa a Malibù sanno di non potersi aspettare che durino molto. L’oceano è una struttura dinamica che non ha molto riguardo per le strutture che noi gli imponiamo. I surfisti, tra i primi veri figli del caos, da sempre apprezzano la natura caotica delle onde che cavalcano.
L’intima relazione con un sistema dinamico complesso come l’oceano porta a uno stile di vita roll-with-the-punches e ad una visione spirituale postlinear. Anche se per certi versi incompleta come filosofia sociale, la cultura del surf e le sottoculture che ne derivano sono tra i primi a chiamare casa il caos.
Andate in un negozio di surf o sfogliatene una rivista sarete immediatamente colpiti dalle immagini su T-shirts, tavole da surf e decalcomanie. Vi è un’abbondanza di Yin-yang, foto dettagliate delle onde, e immagini di frattali. Questa è una cultura basata sul pattern delle onde dell’oceano ed imparare a navigare quel pattern è: sia un’impresa a cui dedicare tutta la vita sia una volata fenomenale. Il simbolo taoista yin-yang è un emblema naturale per i surfisti. Non solo perché un’onda dell’oceano vista di lato o dall’interno (come solo i surfisti possono vederla) assomiglia fisicamente all’immagine yin-yang ma il ciclico corso della natura che il simbolo suggerisce serve alla sottintesa filosofia del surf.
Ci sarà sempre un’altra onda, un’altra marea, un altro giorno, un’altra stagione. Un surfista dovrebbe essere quotato sia da una scivolata fallimentare sia da una scivolata brillante e gli altri surfisti dovrebbero avere rispetto per entrambi gli esisti. Nessun giudizio. Anche l’equilibrio degli opposti rappresentato dal simbolo yin-yang è incorporato in questo sport-che-non-è-uno-sport. Il surfista professionale, quasi un ossimoro, compete vigorosamente per il podio più alto e enormi guadagni, ma lo fa con un rilassamento zen che lo porta all’apprezzamento dei fenomeni ondosi del momento.
Il surf è una meditazione dinamica dipendente dall’abilità di chi la pratica di coniugare intenzione con sensibilità, volontà con passività.
In questo senso l’esperto raggiunge il perfetto equilibrio tra l’ego e l’universo, e per fare questo si immerge intenzionalmente in un soverchiante caotico sistema. Decisamente emozionante.
Tutti coloro che hanno cercato di costruire un castello di sabbia o una casa a Malibù sanno di non potersi aspettare che durino molto. L’oceano è una struttura dinamica che non ha molto riguardo per le strutture che noi gli imponiamo. I surfisti, tra i primi veri figli del caos, da sempre apprezzano la natura caotica delle onde che cavalcano.
L’intima relazione con un sistema dinamico complesso come l’oceano porta a uno stile di vita roll-with-the-punches e ad una visione spirituale postlinear. Anche se per certi versi incompleta come filosofia sociale, la cultura del surf e le sottoculture che ne derivano sono tra i primi a chiamare casa il caos.
Andate in un negozio di surf o sfogliatene una rivista sarete immediatamente colpiti dalle immagini su T-shirts, tavole da surf e decalcomanie. Vi è un’abbondanza di Yin-yang, foto dettagliate delle onde, e immagini di frattali. Questa è una cultura basata sul pattern delle onde dell’oceano ed imparare a navigare quel pattern è: sia un’impresa a cui dedicare tutta la vita sia una volata fenomenale. Il simbolo taoista yin-yang è un emblema naturale per i surfisti. Non solo perché un’onda dell’oceano vista di lato o dall’interno (come solo i surfisti possono vederla) assomiglia fisicamente all’immagine yin-yang ma il ciclico corso della natura che il simbolo suggerisce serve alla sottintesa filosofia del surf.
Ci sarà sempre un’altra onda, un’altra marea, un altro giorno, un’altra stagione. Un surfista dovrebbe essere quotato sia da una scivolata fallimentare sia da una scivolata brillante e gli altri surfisti dovrebbero avere rispetto per entrambi gli esisti. Nessun giudizio. Anche l’equilibrio degli opposti rappresentato dal simbolo yin-yang è incorporato in questo sport-che-non-è-uno-sport. Il surfista professionale, quasi un ossimoro, compete vigorosamente per il podio più alto e enormi guadagni, ma lo fa con un rilassamento zen che lo porta all’apprezzamento dei fenomeni ondosi del momento.
Because of my addiction last Sunday I ended up going again to Noosa, trying to surf horrible and messy waves.
But instead of bothering you with that, I'm posting something that I found browsing the web, from a guy by the name of D. Rushkoff in his book Playing the future.
It's probably too brainy, but you may find it interesting. I underlined the few sentences that I like. Forgive my translation and.. here we go:
Surfing is a dynamic form of meditation which depends on the ability of the surfer to combine intention with sensibility, willingness and passiveness.
So that the expert reaches the perfect balance between himself and the universe, doing so by diving into a chaotic system.
Surfers always have been truly sons of chaos and always have been able to appreciate the chaotic nature of the waves.
The close relationship with the ocean complex system generates a roll with the punches life-style and a post linear spiritual vision. Even though the surf philosophy is an uncompleted social philosophy, the surf culture is the first to call chaos home.
This is a culture based on the pattern of the ocean and to learn to navigate that pattern is both a remarkable life long undertaking and a fantastic rush.
The Yin Yang symbol is a natural flag for surfers because of both the resemblance to the wave and the natural cycle of nature that mirrors the surfing philosophy.
There always will be another wave, another tide, another day, another season.
A surfer should be appreciated for both a perfect ride or a wipe out in the same way. No judgement. Also the balance of the opposite is caputured by the Tao symbol.
The professional surfer competes vigorously for the podium but he does that with a Zen relaxation which allows him to appreciate the ocean movement.
So that the expert reaches the perfect balance between himself and the universe, doing so by diving into a chaotic system.
Surfers always have been truly sons of chaos and always have been able to appreciate the chaotic nature of the waves.
The close relationship with the ocean complex system generates a roll with the punches life-style and a post linear spiritual vision. Even though the surf philosophy is an uncompleted social philosophy, the surf culture is the first to call chaos home.
This is a culture based on the pattern of the ocean and to learn to navigate that pattern is both a remarkable life long undertaking and a fantastic rush.
The Yin Yang symbol is a natural flag for surfers because of both the resemblance to the wave and the natural cycle of nature that mirrors the surfing philosophy.
There always will be another wave, another tide, another day, another season.
A surfer should be appreciated for both a perfect ride or a wipe out in the same way. No judgement. Also the balance of the opposite is caputured by the Tao symbol.
The professional surfer competes vigorously for the podium but he does that with a Zen relaxation which allows him to appreciate the ocean movement.