01 November 2021

10 years

10 years of surfing.

It sounds like a lot, but there’ a significant difference between the span of time in which I’ve tried to learn to surf and the time I spent learning to surf.

We have 54 weekend in a year. And that’s pretty much how many times I can surf in a year. But you have to take out the time when conditions or social commitments impede me from going. Then you have to take out the time when I had some injuries, when I was sick, when I travelled, when I went back to Italy, when I had surgery, when there was a lockdown and so on..
Basically, I fluctuate between a dozen and forty something attempts a year. 
And a local could do what I’ve done in 10 years in just 365 day, potentially. Then, we could argue that the time I spent in the water is not the time I’ve spent surfing. So, ten years, really it sounds like a lot but it isn’t much at all. 

As I wrote before, I started only because someone gave me a surfboard and my friends insisted that I should have tried it. 
It was October 2011, and only in December I got the first real rush of adrenalin from surfing. It was a tiny left and being in the sweet spot the surfboard appeared to be going forever. That’s when I really thought I wanted to do it again. At that stage I thought that with a bit of practice I could have been doing stuff like the others.  I didn’t know what I was in for: how long it takes and the constant promise -that become a spell- of being ‘almost there’.

Also, it changed the way I see the sea. 
Initially I didn’t get why my friends suggested a place instead of others. Everything was the same to my eyes. Then practice trained my brain and I started to see the structure, like Neo when he sees the Matrix. In my still limited experience, I can now see the effects of the wind, the tides, the rips, the refraction and the reflection. I understand what the others are doing, and I can tell why beginners can’t catch a wave of why the fall.

Sometimes I look at sea scape paintings and can tell if the author knew what he was depicting or if he was just going with imagination.

Also, when I go back to Sardinia, in summer, and see a flat, placid Mediterranean Sea, I struggle to enjoy it. It’s like being in a empty, abandoned Olympic Stadium, full of echoes of legendary performances, but inevitably sad and decadent. But I can’t tell my peers. I pretend it’s great.

At the beginning I recorded hours of footage with the GoPro. It was cool because I could see my pop-ups and stance. How I was evolving. But then I realized I needed to see myself from the beach to better related to others’ videos and progress from there. So I stopped using the GoPro and I kind of miss that. Sometimes when I look at the footage I relive the waves and the emotions and the stoke of the day, and it’s a pity that I don’t have that anymore.

My goal is to be like one of the many aussies in the water. Average, decent surfer that can have fun. I don't ask too much. I've been thinking I'm almost there for years. In fact, I'm almost there. I don't need much. Just to put together a few things. Almost there, believe me.





My first wave, my first day as surfer. October 2011




10 anni di surf.

Sembra tanto ma in realta' c'e' un abisso tra questo lasso di tempo, nel quale ho tantato di praticare il surf, e il tempo in cui ho praticato surf. 
In un anno ci sono 54 settimane. Dunque un anno di surf per me significa indicativamente 54 weekend in cui andare a provarci. Ma bisogna togliere tutte le volte che, per condizioni ambientali o impegni personali, non mi e' possibile farlo. Poi bisogna togliere le volte che ho avuto infortuni, le volte che mi sono ammalato, le volte che ho fatto viaggi senza surf, le volte che son tornato in Italia, quando son finito all'ospedale, i lockdown e cosi' via.
Insomma, le mie annate di surf si riducono, negli anni peggiori, ad una decina di tentativi, e nei migliori ad una quarantina all'anno.

Cio' significa che chi vive davanti alla spiaggia in 365 giorni potrebbe potenzialmente fare quello che io ho fatto in 10 anni. 
Ci sarebbe poi da calcorare quanto tempo -in acqua- abbia passato in piedi sopra la tavola e quando seduto ad aspettare, ma vabbe'. Ci siamo capiti.

Come scritto in precedenza, ho iniziato senza convinzione solo perche' avevo ereditato involontariamente una tavola sgangherata ed alcuni amici insistevano che dovevo provarci.
Era appunto ottobre e ricordo che il primo momento di vera gioia arrivo' solo a dicembre, quando su una sinistra minuscola trovai il punto magico e la tavola non si fermava piu'. Quello fu la vera prima volta in cui pensai che volevo assolutamente rifarlo.
Inoltre pensavo che con qualche ora di pratica avrei potuto fare cose, un po' come tutti quelli che vedevo intorno a me. Mai avrei pensato alla lentezza dei progressi ed alla sensazione infinita di esserci quasi che mi ha imprigionato sin dal giorno di quella sinistra.  

E' poi incredibile pensare a come inizialmente non vedevo il mare. 
Un amico "ci portava" nel posto giusto ed io entravo in acqua senza capire che differenza avrebbe fatto andare da un'altra parte.
Solo la pratica ha costriuto nella mia testa l'immagine del mare e delle sue onde, e come funzionano, e come cosa e' buono e cosa e' male. 
Ora vedo cosa succede, vedo l'effetto delle maree, del vento, vedo i rip, la difrazione, la rifrazione, capisco le manovre degli altri, quello che stanno cercando di fare, le anticipo nella mia testa, vedo perche' i beginners non riescono a prenderle, e perche' cadono.
Ovviamente la mia rimane una comprensione comunque limitata. Ma e' comunque bello "vedere". 
Ogni tanto mi scopro a leggere il mare nei quadri, e capisco immediatamente  se il pittore andava di fantasia o meno, e se anche lui vedesse affettivamente il mare nel modo giusto.

Ma poi, in proposito, c'e' anche il lato negativo. Quando rientro in Sardagna d'estate e son tutti innamorati di una mare immobile, con una battigia minuscola, senza maree significative, e senza una fauna visibile. Faccio finta di niete ma "bello" non e' piu' quello che penso. E come se fossi in un autodromo, o stadio olimpico abbandonato. C'e nell'aria l'eco di gesta leggendarie e la promessa di nuove, future, ma anche tanta desolazione al presente. Ma non posso dirlo.  

Per i primi anni sono andato in acqua quasi sempre con la GoPro ed ho filmato ore ed ore di cadute ed onde sprecate nei modi piu' diversi. Era utile vedere il pop-up e la mia postura, ma quando ho cominciato a sfruttare meglio le onde, mi sono accorto che avevo bisogno di vedermi da piu' lontano per capire meglio le dinamiche e paragonarmi alla gente filmata su Youtube. Ad un certo punto ho quindi lasciato perdere. 
Un po' mi dispiace perche' quando rivedo quei filmati mi tornano alla mente intere giornate, onde specifiche, e sensazioni varie che da diversi anni non registro piu'. 

Il mare mi ha insegnato qualcosa?
Non lo so. Forse che devo riuscire ad avere pazienza, a stare sereno. Non saprei. Forse sto imparando ad avere meno aspettative e godermi di piu' il momento. Forse. 
Il mio obiettivo, da anni, e' quello di poter far parte della media. Confondermi coi surfisti che mi circondano, come uno dei tanti. Capace di divertirsi.
Sono anni che penso che ci sono quasi. Ed infatti ci sono quasi. Mi mancano giusto alcune cosette. Ci sono quasi. Ancora un poco e ci sono.


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