12 February 2013

Non e' la tavola..


La lezione di oggi e’: non e’ una questione di grandezza delle onde, ma di ripidita’.

Col mio long posso prendere onde da 10cm, ho solo bisogno che si sollevino un poco. Ed oggi con la 8-2 di R., non riuscivo a prendere colline da 2m, a meno che non si stessero per schiantare.
Oggi e’ stata la giornata piu’ penosa da molto tempo.

Sono andato a Coolangatta per fare in fretta, e mi sono ritrovato ancora una volta a cospetto di una situazione out of my league.

Materialmente posso prendere e cavalcare onde anche da 2 metri (non ne ho mai incontrato di piu’ piu’ grandi) ma e’ il contesto che e’ piu’ grande di me. C’e’ troppa gente troppo brava attorno a me e non me la sento di stare a competere nel line-up. Ho paura di essere travolto dall’onda e di fare male agli altri. Ed in oltre non mi piace neanche l’imbarazzo di essere additato come una sega, ed essere invitato poco cordialmente a togliermi dai coglioni.
Succede quindi che mi metto di lato, ad attendere che un’ onda ignorata dai piu’ bravi si erga la’ dove sono io, e che le altre persone nelle mie vicinanze non se la prendano prima di me.  Un’attesa snervante.
Rovinata poi dall’arrivo dell’immancabile onda gigante che travolge tutto per decine di metri, e che rende impact zone l’area che avevo ritenuto sicura.

La mia attesa ogni tanto viene premiata e ho l’occasione per fare la mia cavalcata. Ma non avendo il controllo a la visione necessaria per gestire quelle onde, spesso mi ritrovo con l’onda che si infrange attorno a me, lasciandomi la scelta di fermarmi nella impact zone, dove non avro’ un attimo per prendere fiato e saro’ constantemente battuto da inesorabili muri d’acqua,  o tentare di surfare la schiuma fino quasi a riva, dove lontano dalla furia del mare, non mi restera’ che riniziare da capo.
Sfiancante in ogni caso.
E anche scritta cosi’, non si comprende la fatica ed un po’ la paura nell’essere sotto quei muri d’acqua, nel trattenere il fiato mentre quella forza ti sconquassa, nel carcare il lish per ritrovare la tavola, e le braccia dolorose che remano contro la corrente e sprintano mentre gli occhi sanno che e’ gia’ troppo tardi per evitare la prossima valanga. 
E’ una lotta ed una fatica che i surfisti esperti non conoscono. Loro che hanno imparato prima di andare in bicicletta, loro con le spalle allenate da una vista intera di remate, loro a cui e’ stato detto cosa fare e come fare da genitori e istruttori, loro come strani pesci che volano sopra l’acqua.

Mentre io lotto per non farmi male e sfinisco le mie braccia cercando di trovare una zona sicura, e valuto, e aspetto, ed evito, e mi sposto, e mi faccio coraggio, loro tutto il tempo stanno disegnando linee di poesia e arte spinti dall’ energia invisibile dell’oceano. Senza fatica.  

Come dicevo, ho preso qualche onda con la 8-2.
Mi ha reso la vita un poco piu’ complicata perche’ mi aspettavo che partisse su inclinazioni che conosco, ed invece non le sentiva. Mi ha costretto a cercare muri piu’ ripidi del solito, avvicinandomi paurosamente all’ impact zone. Se da un lato posso dire di sapere mettermi su in quel frangente, con la tavola inclinata a quel modo, dall’altro non sono in grado di far altro che puntare alle spiaggia, evitando la valanga che in un attimo mi circonda.
In realta’ avrei dovuto fare prove di carving, per vedere se la tavola piu’ piccola fosse piu’ maneggevole da girare e inclinare. Un po’ come in motocicletta hai bisogno di inclinare la moto per fare curve di un certo raggio ad una certa velocita’.  Allo stesso modo col surf hai bisogno di velocita’ per curvare velocemente e cambiare direzione. E devi inclinare la tavola in modo che tagli l’acqua come gli scii tagliano la neve.
Sono vicino al poter fare qualcosa del genere, ma occorre velocita’. Ecco perche’ sto sfidando queste onde un po’ troppo grandi per me. E oggi volevo vedere se la tavola piu’ corta mi avesse aiutato.
In effetti ho avuto modo di fare qualche micro manovra sul cadavere dell’onda presa, quasi vicino a riva. E si, e’ il movimento e’ stato piu’ veloce e forse piu’ facile.
Ma non sono convinto della tavola. Come dicevo richiede muri piu’ ripidi. Forse va benissimo anche sui muretti da 2 piedi sui quali ho fatto la maggior parte del mio apprendistato. Forse dovrei fare un altra prova in altre condizioni.
Ma oggi in ogni caso ho visto alcuni usare la mia 9-2, o anche piu’ lunga, e surfare splendidamente quelle bestie.
Ovviamente non e’ la tavola che fa il surfista.

No comments:

Post a Comment