Mercoledi’ sono andato a
Noosa titubante ed invece ho avuto 2 ore di grande godimento.
Nonostante i 4m
di onde previsti in mare aperto, al riparo di Noosa Heads ho trovato bellissime
e docili onde da neanche un metro e pochissime persone con le quali
condividerle.
In alcuni momenti eravamo
giusto in 3 e ci siamo concessi il lusso di decidere quale onda prendere, a
turno.
La rilassatezza del
momento, la gentilezza delle altre persone, e la facilita’ delle onde, mi hanno
dato momenti di felicita’!
Avendo potuto provare in
abbondanza, ho definitivamente stabilito la posizione del braccio destro, e di
conseguenza migliorato la mia postura e l’equilibrio. Ho surfato bene, e probabilmente dall’esterno
potevo sembrare un serfista esperto, o per lo meno, esperto quanto mai prima.
Ho anche avuto tempo di
ricordarmi di fare un passo avanti per il giusto bilanciamento di cui parlavo,
ed ho quindi messo insieme, per la prima volta, dei passi avanti ed indietro
dovuti alla necessita’ combinata di virare e gestire la rotta.
Dopo tante uscite con onde
al limite delle mie possibilita’, tornare nella mia comfort zone e’ stato
grandioso.
E si aggiunge una piccola
soddisfazione: vedere altri surfisti che ti danno strada, quando per infinite
volte sono stato io a dovermi scansare, e’ una sorta di riconoscimento
involontario dei tuoi progressi.
Ieri invece sono tornato
con S. a Coolangatta, che presenta almeno 4 diversi punti per serfare, con nomi
diversi, e che e’ stato ed e' il mio campo di allenamento ufficiale.
Questo perche’ e’ il point
piu’ vicino da raggiungere, e’ un bel posto, e l’acqua e’ sempre splendida. Ha
un solo problema per me che sono un principiante: e’ molto piu’ esposto di
Noosa o Byron Bay, e riceve quindi le mareggiate in modo piu’ violento. Cio’ lo
rende uno dei posti migliori al mondo per le competizioni di surf. Ovviamente
per me basta poco a renderlo una sofferenza o addirittura un pericolo.
Da natale ad oggi , che le
onde fossero serfabili o meno, e’ sempre stato oltre il metro d’altezza.
Ho gia’ accennato prima cosa
questo implica per me.
Ieri era una giornata
strana, con onde oltre il metro ma poco ripide, rovinate dal passaggio di altre
onde minori, quasi trasversali.
C’era una folla ed in due ore
ho preso pochissimo e lottato col mare quasi troppo.
Unica nota degna: ho
cavalcato una montagna d’acqua saltando in piedi sulla cima di quel precipizio,
prima filando giu’ in fondo per poi risalire sulla faccia, per poi frenare
mettendo tutto il peso sulle pinne evitando cosi’ di essere coinvolto nella
valanga che si e’ creata giusto l’attimo dopo.
Piccola grande
soddisfazione.
Per la concentrazione e la
fifa di serfare quella montagna, non ho ricordato di badare al mio braccio. Non
so’ se fosse nella giusta posizione o nuovamente abbandonato al vento come
prima. Ma per questa volta mi perdono.
Comunque e’ incredibile pensare
a quante volte sia andato a Coolangatta con S. e come tutte le volte sia stata
poco surfabile, per noi.
Con
S. non e’ mai capitata una di quelle giornate gentili dove puoi cavalcare onde
docili per cento metri. Ne’ la’ ne’ altrove. Non e’ mai capitata e lui non sa quanto
bene posso serfare in condizioni ottimali!