Time to go |
Sono stati giorni di buio, vento, freddo, nubifragi, mareggiate, lockdown.
Domenica pomeriggio ho intravisto uno spiraglio, e mosso dalla disperazione ho navigato sino a Noosa, dove era possibile entrare in acqua a contendersi onde grandi e potenti con un migliaio di altre persone.
E' stata l'ennesima pena. Solo una manciata di scarti presi, surfati pensando a schivare gli altri invece che gestire le onde. Un po' di volte ero pure pronto a partire in posizione strategica, dopo lunghe attese, ma davanti a me, quasi due metri piu' in basso, mi son ritrovato una distesa di corpi e tavole talmente fitta che non ho avuto il coraggio di buttarmici. Troppo pericoloso.
Tuttavia, dopo tante giornate in catalessi, questa volta sono rimasto sereno.
Anzi, mi e' piaciuto stare la. Sotto la pioggia, a schivare onde stupefacenti e surfisti bravissimi; a guardare la superfice dell'acqua color mercurio; a vedere delfini saltare e giocare poco lontano; a condividere con gli altri la frustrazione e la bramosia di prendere almeno un'onda; a dire sono qua in mezzo a vivere questo momento particolare, con l'adrenalina, mentre l'umanita' e' a casa sul divano.
E' stata l'ennesima pena. Ma e' stato anche bello.
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