21 December 2016

See ya

I know I really have no time in the coming days, so I’m saying goodbye to 2016 now.

It has been a year of surfing progress and frustration.

I got better. I had great long rides, some nice attempts at nose riding, some interesting manoeuvres, big waves, fun waves, steep drops, good things in general. 
I think you can merge me with the rest of my fellow Australian, recreational seaborn surfers. And it’s an achievement.
(Now I’d like to learn to send my longboard vertical against the wave. That’s my aim.)

But I also had a bit of bad luck, lots of (dry) commitments, and lots of horrible conditions that slowed me down.  

2017 is coming with some good changes and some news.
I’m looking forward to it.
I hope it’ll bring (surf)progress and serenity. For me and you all.
We all need it.


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Prevedo pochissimo tempo a disposizone, quindi congedo ora il 2016 di questo blog e rimando and un 2017 che spero porti buone onde.

Il 2016 e’ stato contemporaneament un anno buono per il mio surf e deludente per le condizioni ambientali ed alcune casistiche sfigate che mi hanno fatto perdere belle occasioni. In particolare gli ultimi sei mesi sono stati i piu’ frustranti che abbia mai visto, in quanto ad assenza di onde.

Io sono migliorato. Ho fatto onde chilometriche, ho fatto accenni di nose riding, ho surfato in entrambe le direzioni, ho lanciato spruzzi d’acqua oltre la cresta, ho sfidato alcune onde decisamente piu’alte di me, ho eseguito dei pop up su muretti verticali col mio magico longboard. 
Ho avuto anche esilaranti momenti fantozziani ed ho danneggiato la mia bella tavola da fermo, sotto la doccia. 
Credo che ora, visto da fuori, potrei mimetizzarmi nella massa dei tanti surfisti che affollano queste parti.
Vorrei solo migliorare un altro po’ per mandare il longboard verticale sulla faccia dell’onda.

La delusione e’ stata la poca costanza. Surfo tutto l’anno, ma impegni, sfighe e condizioni avverse mi hanno messo il bastone tra le ruote.

 Il 2017 sta per iniziare con delle belle novita’. 
Spero sia un anno di ulteriori progressi, e serenita’. Anche per voi.
Ne abbiamo bisogno tutti.

20 December 2016

Esher's waves

Checking out a book about Mauritz Esher, I found this great drawing.
He was Dutch and went to school at Zandvoort, near the North Sea. 
I went there once. There was a nice coffee shop at the beach, with pictures on the wall of an historic storm which destroyed the coastline decades before. And there was an Australian surf shop!
It was September, the water was freaking cold and brown. It was low tide and you could guess the shallow water for hundreds of meters.
I can see just that place in here. And his depiction of waves is perfect, ca va sans dir! 




Sfogliando un libro su Mauritz Esher ho trovato questo bellissimo disegno di onde.
Andava a scuola a Zandvoort, sul mare del nord, Olanda. Ci sono stato qualche anno fa. In un baretto c'erano foto di una storica mareggiata che aveva distrutto il litorale. E c'era un negozio di surf australiano!
Era settembre e l'acqua era marroncina, con la bassa marea si intuiva un fondale basso per tanti metri, esattamente come nel suo disegno.
Ed ovviamente con la sua maestria ha disegnato non onde perfette, ma perfettamente realistiche.


09 December 2016

Recycling an old post: Upside down

I'm going out of track here, but I just learned that there are people who believe that the earth is flat.
Far out!

That reminded me of a nice post I wrote for my old -Italian only- blog. I had a look and decided to translate it into English because it's really nice!

It has nothing to do with surfing, but in a way it does, since knowing where you are it's important, isn't it?


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Vado fuori tema, ma ho appena imparato con sconcerto che c'e' gente che crede che la terra sia piatta. Un complotto, per capirci!

Mi e' allora tornato alla mente un post molto carino, almeno per i miei gusti, che avevo scritto anni fa per il mio precendente blog sull' Australia. L'ho tradotto e ora lo linko qua sotto.

Non c'entra niente col surf, ma in qualche modo c'entra lo stesso, dato che il posto nel quale ti trovi determina la tua vita (l'Australia per esempio mi ha dato il surf). E bisogna sapere quale posto si occupa nel mondo, no?


30 November 2016

What I missed

I found a basic video about the good waves last week in Noosa.
It was weekdays and I couldn't go, but having managed 2 good sessions in the weekends I can't complain too much.

When Noosa deliver, is the best wave I have ever seen.
With my long, in similar conditions, I managed to get rides close to a minute long! Your mind just blows up!

Also, I love that there are no stupid pros filmed here, but everyday surfers enjoying their life (and they are not better than me, which makes me feel good, somehow!).








Ho trovato un video grezzo girato col drone a Noosa durante la settimana scorsa, quando c'erano onde da goduria. Non grandi, ma molto belle comunque.
Purtroppo non ho potuto andarci, ma il rammarico e' mitigato almeno un po' da due buone sessioni nel weekend.

Quando Noosa regala queste onde, e' semplicemente il posto miglore che esista. La forma e' sempre perfetta e consistente. Con il long, le ultime volte in condizioni simili ho fatto onde da quasi un minuto. Da uscire di testa.

Mi piace poi il fatto che la gente filmata non siano i soliti cazzo di campioni del mondo delle mie palle, ma gente normale che se la gode. E che non e' meglio di me! Mi fa sentire bene! :)


21 November 2016

Waves, at last

An horrible, busy week.

Stress to max levels, plus half sick, no gym, tired to the bone. With bogans fighting Saturday night in the streets, waking me up and losing my sleep until dawn.
Sunday morning spent doing must do stuff, then lunch on the go and away to the Gold Coast with 35C in the car in search of anything rideable.  

Then the universe winkled at me, or maybe forgot to make me feel miserable.

As soon as we arrived a car left for us to park.
Then I realised that of all the people in the water, nobody was surfing the point: they were all kids and families, no surfers!
I went in and in 30 secs I was on my first wave.
I enjoyed 40 minutes of almost alone surfing, with conditions improving every minute (like forecast said).
Then other people arrived, but they were weekend surfers like me. Nobody aggressive and nobody really better than me.

I kept catching the biggest sets and doing my turns and carving without worrying about people.
They were the best conditions I found in months and I surfed at a very decent level.

Then we had a walk in Coolangatta and enjoyed dinner and the sunset from the surf club's balcony.
Thank you universe.


Your soul feels better after a good session and a dinner with this view
Cena con tramonto dopo una bella sessione e sentirsi rinascere



Una settimana pesante, stressante.

Quasi mi sono ammalato, ho saltato gli allenamenti, sono arrivato a sabato stanco e la notte una rissa tra coatti mi ha svegliato, rimanendo poi col cervello in moto sino all'alba.
Ho passa la domenica mattina e sbrigare cose necessarie, ho pranzato con uova e pancetta affogate in una salsa schifosa, e mi sono sparato i 100km d'ordinanza per la Gold Coast con 35C in macchina. 

Poi l'universo si e' accorto per un attimo di me. O forse no, magari ha solo starnutito o qualcosa del genere.

Sono arrivato al parcheggio affollato e una macchina e' andata via proprio davanti a me. Mi sono cambiato e spalmato di crema, messo il leash nuovo e camminato sotto un sole tremendo ancora col mal di testa.
Poi ho guardato la folla in acqua e mi sono accorto che erano tutti bambini e famiglie, e nessuno stava surfando il point!
Ho preso la prima onda in 30 secondi e sono stato solo (a surfare si intende) per quaranta minuti.

Poi e' logico che se qualcuno prende onde, altri arriveranno. E sono arrivati. Ma erano serfisti del weekend come me. Nessuno particolarmente agressivo o in grado di fare numeri spettacolari. Anzi, ho continuato a prendere le onde piu' grandi in alternanza con due o tre tipi, e a fare manovre in tutta liberta', senza dovermi preoccupare degli altri.

Considerando come sono arrivato alla domenica, e il fatto che per mesi non ho avuto modo di far niente, ho surfato bene, girando e carvando in tutte le direzioni e lanciando degli splash oltre la spalla di tanto in tanto.
Ho guduto.

Poi abbiamo aspettato il tramonto e cenato guardando le onde di Coolangatta dal balcone del surf club.
Mi ha fatto bene all'anima.



17 November 2016

Rena Majore




Rena Majore is a awesome little village in the north of Sardinia (Italy). It sits on green hills looking at a very beautiful stretch of coast. 
That's where I spent 3 months of my life every summer, from when I was a baby to teenager years, when the call of soft female skins made me dislike the isolation of the place.

Every now and then I found the village mentioned by my compatriots in search of waves. This fact surprises me, and makes me feel kind of jealous, and a lot of nostalgia.

That coast faces NW, and it takes the Mistral wind straight in the face for most of the year.
Having spent so much time on that sand, I remember every sort of sea condition: from the fury storm to a magic colorful lake (see pic at the top). And everything in the middle. 


And interesting, I never, never, never saw a single surfer tackling those moody waves. All I saw in those years were windsurfs, in the far distance.
We were thought to be wary of the sea, and most of the fun was often on the beach, and not necessary in the water.

Now, when I hear about people searching for waves in that area, I recall some specific days in my childhood that fascinate me.
In fact, there were times when, after a storm, the sand would find itself readjusted evenly throughout the bay, creating a sort of pool 40cm deep and 100m long. It didn't happen every time there was a storm, and not even every summer. Just sometimes, god knows why.
And in those days, under the hot Mediterranean sun, with crystal clear water and no wind, one or two feet waves (leftover from the previous mess) rolled nicely in, all the way to the beach. And we kids used to play with them, and catch them with inflatable mattresses, and run over our parents and every swimmer in our path. And we laughed, and we had the best days of all.  

Lots of sand in this pic and some white here and there.. 

If at that time someone would have showed us what could have been done on those little waves, I believe I would have become a surfer decades before I did.

Also, I think, I played in very rare, and totally spectacular surf conditions, specially for a longboarder like I am now!
Life is strange and unpredictable.


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Rena Majore e' una localita' nel nord della Sardegna, con un bellissimo e vecchiotto villaggio turistico sorto fortunatamente non a ridosso della spiaggia, ma lungo belle colline verdi che guardano il mare.
Per i casi della vita, ho avuto la fortuna di passarci intere estati (circa 15 di fila, ad occhio), fino a quando, da ragazzotto pieno di ormoni, non riuscivo piu' ad isolarmi lontano dagli amici e soprattutto dalle pelli profumate delle giovincelle di mia conoscenza..

Ma ne parlo ora qua, perche' di tanto in tanto Rena salta fuori come destinazione per surfare per i miei conterranei in cerca di onde. E mi prende un magone strano, misto di gelosia, nostalgia, affetto, e curiosita' surfistica.

E penso alle mie infite, immobili, calde, spesso noiose estati passate la, e alle onde che vedevo.

Rena siede in direzione NO, e si prende il maestrale in faccia quasi tutto l'anno. Durante i miei 3 mesi di vita da spiaggia, vedevo tutte le condizioni possibili immaginabili. Dalle mareggiate estreme alle mattine in cui quasi quasi l'acqua non si muoveva neanche sulla battigia. E tutto cio che c'era nel mezzo.



In tutti quegli anni mai e poi mai vidi qualcuno surfare! Al massimo qualche volta spuntavano due o tre windsurf in lontananza, che non vedevo neanche mai partire o tornare in spiaggia.
Del mare si aveva paura, in generale, e il divertimento stava sulla sabbia quasi piu' che dentro l'acqua.

Ma cio' che mi affascina ora e' il ricordo di alcune giornate, che capitavano nei giorni successivi alle mareggiate, quando il mare, non si sa perche', aveva distribuito la sabbia in modo da fare una grande piscina di 40cm per almeno 100 metri. E quando, sotto il sol leone e senza vento, arrivavano uno o due piedi di onde perfette, che rollavano da lontano sino alla spiaggia, che io ed i miei compagni di giochi prendevamo con i materassini, travolgendo parenti e bagnanti vari, con risate e gioia infinita tipica dei bambini.

Molta sabbia e qualche schiuma in questa foto..

Ora, da adulto, lontano e invecchiato, capisco cio' che succedeva in quelle giornate. E son sicuro che se al tempo qualcuno ci avesse fatto vedere cosa si sarebbe potuto fare con quelle collinette d'acqua, mi sarei innamorato del surf con decenni di anticipo. 

Credo anche, se i miei ricordi non mi tradiscono, che in quelle giornate abbia giocato in rarissime e spettacolari condizioni di surf, soprattutto per un longboarder quale sono oggi.

Che strana la vita.

09 November 2016

Bennett is a classic bear

So, here we go with a pastime, if you need one:

Why on earth Bennett Surf Co., Bear Surfboard and Classic Malibu have the same logo?









Yes, not exactly the same.. whatever.. but what’s the story here?
Can anyone tell?

According to the unreliable internet sources, Bennett was founded in 1956, Bear in 1980 and Classic Malibu in 1987. But does this timeline has anything to do with their logos?

Bennett is Australian. Bear was created in California for the Big Wednesday movie. Did they see Bennett’s logo?? And did Peter White got inspiration from the cult movie for his own logo? Or was he a friend of Bennett?
Or are they completely unrelated stories?

I would happily read a 300 pages book on this matter. On a sunny afternoon, with a drink at hand, and the Ocean on the background.



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Cose che succedono, si acavallano, tengono la mente occupata, stressano, e onde che non arrivano per lenire i miei dolori.

Saro’ ripetitivo, ma non ricordo un period cosi’ tanto lungo di niente surf. Da fine Agosto ad oggi, and counting, come dicono qua. E non sto parlando di onde piccole, me di vero e proprio schifo. Incredibile.

Cosi, altro non rimane che perdere tempo con quisquilie.

Allora la domanda e’:
Com’e’ che Bennett Surf Co., Bear Surfboard e Classic Malibu hanno lo stesso logo?









Si, vabbe’, non sono identici, blab la bla.. ma e’ inutile divagare sulle differenze.
Qualcuno la fuori ne sa qualcosa?

Stando alle fonti incerte di internet, Bennett e’ stata fondata nel 1956, la Bear nel 1980 e Classic Malibu nel 1987.
Ma queste tempistiche hanno anche a che fare coi logo? Non necessariamente!

Bennett e’ una famiglia Australiana, e la Bear e’ stata creata in California per via del film Big Wednesday. Che a quelli del film piacesse lo stile del logo di Bennett?? O che Peter White volesse rendere omaggio al film col suo logo? 
O alcuni delle persone coinvolte si conoscevano?
O al contrario, non c'e' nessuna relazione ed e' tutto casuale?

Mi leggerei volentieri un bel libro di 300 pagine su questo argomento, con una bibita fresca a portata di mano, in un bel pomeriggio estivo, con l’Oceano sullo sfondo.

01 November 2016

Another Fed

In this merciless spring I can only browse the web in search of solace.
So I now add another blog to my list. It belongs to an Italian guy, from my same windy island, with my same name, who also surfs and writes. Only, he has a gift in writing. (surfing I don't know!)
I'm sorry because it's in Italian only.
I may translate some of his posts sometime, but guys, you have to learn another language! :)


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In questa spietata primavera, non posso fare altro che cercare consolazione tra le pagine del web, alla ricerca di quella scintilla che manca alla mia anima quando non gioca con Nettuno.
Segnalo allora questo bel blog scritto da un Federico come me, che vive nella mia isola, che surfa e scrive come me. Solo, lui scrive veramente bene.
Surfare non saprei.. :) ah ah




27 October 2016

A photo #8

On SwellNet today there's this pic as "front cover":



This is Rachlan Rombouts surfing in NSW, Australia.
Some would say: "today you'd need a shortboard..."

I love it.

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Foto publicata oggi su SwellNet.
Si tratta di  Rachlan Rombouts, in NSW, Australia.
E penso a quando alcuni dicono: "oggi ti ci vuole una short.."

Fantastica.



21 October 2016

Carveboard Review

It’s a busy time in my life with a lot of things going on. And with a never ending season of horrible surfing conditions!
So it’s time to write a new review: the Carveboard review!

As you may know from this post I already had the Surfstick.
It’s a good training skate and a lot of fun, but it has two major drawbacks. The first one –irrelevant to me- is that it’s not a common skate and therefore not good as a mean of transport or anything different than carving. The second one, more to the point, is that allowing you super carving power, with more leaning and tighter turns than usual skates, it needs near perfect tarmac to perform. Or else you are on the ground.
That’s why at the end I got the big brother, with tires for wheels.

The Carveboard is big and heavy. You have to check the tires pressure and adjust them to your ability and the slope you have at hand. Thinking of going around with it it’s just out of question.
Apparently they are not making this model anymore. I believe that the limitations I listed have been the major factor in its lack of success among skaters. And that’s the point. This is a product made to train surfers. But it is officially a skateboard, and it seems there’s no market for it in the skateboard world! 

And it’s a shame, because it’s really, really fun! 
I love it.

 
An easy slope


The tires don’t care if the road is dirty, or if there’s some crack on your path. You just go down the slope and carve, carve and carve and have fun until the bottom.
A part from the grip, I think this big training object suits me more than the little brother. It’s at least one meter long and heavy and kind of slow to turn. It fits my longboard needs properly.
(For shortboarders is probably better the Surfstick) 
You only need to restrain yourself from steering with your front foot, as it will translate in a big mistake on the water!

I think this is a great tool and a lot of fun. And it couldn’t be different if Barton Lynch (1988 world champ) uses it in surfs camps*!

Thumbs up!

*They use the Australian made Streetboardz, identical to the American Carveboard.






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Even when not pushing, you reach interesting angles - Interessanti inclinazioni anche in discese leggere
Original Carveboard and Surfstick


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E’ un periodo pieno in cui ho la testa impegnata un una miriade di cose, il tutto condito dall’assenza costante e snervante di onde decenti.

E’ quindi tempo per una nuova review.

Ma partiamo dal principio.
Come sapete da questa review, posseggo lo Surfstick della Carveboard.
E’ uno strumento molto divertente per affrontare le discese e sicuramente aiuta quella che in inglese si chiama muscle memory per quanto riguarda poi la pratica del surf.
Ha due limitazioni. La prima, che per il contesto di questo blog e della mia vita e’ assolutamente irrilevante, e’ che non e’ uno skate nato per andarci in giro. Il suo particolare design lo rende inadatto ad un uso differente da quello per il quale e’ stato pensato, cioe’ fare carving in discesa.
La seconda e’ che essendo in grado di fornire alte inclinazioni e raggi di curva ristrettissimi, necessita di asfalto buono e pulito. La perdita di aderenza e’ facile da raggiungere e le culate non sono mai troppo lontane. Ed al mio culo quarantenne fanno male.
Questo e’ il motivo per il quale ho poi comprato anche il Carveboard originale, con pneumatici.

Questo modello e’ lungo circa un metro, ha 4 penumatici di una buona misura ed e’ un oggetto pesante da portare in giro.  Usarlo come un comune skate e’ ancora piu’ insensato dell’altro.
La casa prodruttrice Americana sembra abbia abbandonato la produzione di questo specifico modello, probabilmente proprio per questi fattori. Immagino che il popolo dello skate non abbia aprezzato questa sorta di scomodo mostro alieno.

Ma il popolo dello skate non coincide col popolo del surf e qua credo stia l’inghippo. Il Carveboard viene chiamato skateboard solo per somiglianza, ma e’ evidentemente uno strumento a parte concepito per fornire ai surfisti quella aderenza e capacita’ di carving che gli skate semplicemente non hanno. Solo che ricade nel marcato degli skateboard, all’interno del quale non esiste questa domanda, evidentemente.

Ma com’e’?
E’ una figata.
I pneumatici sono incollati all’asfalto e la presenza di foglie, crepe e pietroline non ha praticamente nessuna influenza sulla vostra capacita’ di carvare/sterzare (e non farvi male!).
E’ necessario trovare la pressione dei pneumatici giusta per garantirvi la corretta velocita’ di discesa. Differenti inclinazioni necessitano di differenti pressioni ( ameno che non siate dei fenomeni).
Una volta trovata la giusta combinazione, passarete il tempo a cercare discese sempre piu’ lunghe, perche’ fermarsi e’ un peccato! E’ addictive.

 Una discesa in relax

Ritengo che per chi come me usa il longboard, il peso e la grandezza del mezzo si addicono allo scopo. Impostare le carvate utilizzando le braccia e girando il busto come si dovrebbe fare con la tavola, rende veramente simile l’esperienza, specie a buone inclinazioni d’asfalto.
Si fa anche esperienza con quella compressione e rilascio di cui parlano gli istruttori di surf.
(Per lo shortboard credo sia invece meglio il modello Surfstick, link fornito all'inizio.)
Consiglio di resistere alla tentazione di curvare col piede frontale, che sul longboard e’ un errore grave. 
  
Sia queste che il modello minore sono molto divertenti, e per quanto riguarda il cross training, e’ certamente un prodotto degno di nota.
D'altronde ci sara’ un motivo se Barton Lynch ,campione mondiale 1988, lo usa nelle surf school australiane*!


*Ufficialmente usano lo StreetBoardz, prodotto in Australia, assolutamente identico.






12 October 2016

Are cyclones coming this way?

This article on SwellNet says we can aspect more cyclones this summer.
But it seems it doesn't mean waves all the time.

"Dr Andrew Watkins is the Climate Prediction Services Manager at the Bureau of Meteorology and he said Australians should expect an average to above-average tropical cyclone season, due to neutral to weak La Niña conditions in the tropical Pacific Ocean."

So.. good news, or what?
mumble.. mumble..


05 October 2016

At the pool


This is what I've been doing for the last 18 months.
2Km, twice a week. That's 40 laps a session, with a pop up at the end of everyone.
I'm 40 now and if I want to enjoy my weekend surf session, I can't just turn up and paddle out.
I also do other stuff, but this is the most important.








Questo e' cio' che faccio da quasi due anni a questa parte.
2km di vasche due volte alla settimana, con un pop up alla fine di ogni vasca.
Ho 40 anni e non posso piu' pensare di presentarmi in spiaggia nel weekend senza aver fatto una mazza per il resto del tempo.
Ovviamente faccio anche altro, ma questo e' cio' che mi consente di godermi le onde.



28 September 2016

A photo #7

When there's no surf, you take pictures..


Click to enlarge

Quando non ci son onde, faccio foto.. 






26 September 2016

Fuck, or "The fourth weekend wasted"

Ok it's only monday..
I need to keep calm.. and what? go surfing??




Ok, e' solo lunedi'. E' presto..
Devo stare calmo.. come dice quella maglietta: keep calm and .. and cosa? surfare???

05 September 2016

Progress

Another poor conditions day, another great day!

Since only few and not so good surfers were out, my pal and I were able to surf a number of small and super fun waves. And we had the chance to try out stuff.

So this is the official pic of my cross stepping to the nose! I did my first actual nose riding, plus had a lot of fun!


Sorry, I took a pic of my laptop screen!
 

Un'altro giorno di ondine del cavolo, ed un altro giorno di puro divertimento.

Grazie alla folla assente, abbiamo surfato un sacco di onde piccoline e divertenti, avendo la possibilita' di provare a fare cose nuove.
Dunque la foto (dello schermo del laptop!) registra un mio cross stepping poi tramutato breve, fantastico nose riding!
Sorriso a 100 denti.

02 September 2016

On surfing rules

The rules of surfing.

Those amazing rules, made for our own safety and wellness.
Oh yes. Sure.
 
Think about every time you surf a crowded spot: if there was a policeman directing the traffic, and making sure everyone complied to the rules, probably only 5 guys would have being able to surf.
Because there’s always someone better than you, popping up far into your inside. Surfing harder and paddling even harder. If there was a policeman, nobody but the few very good surfers would ever catch a wave. Following the rules.
 
Those lovely rules.
Born when fins allowed surfers to go sideways on the wave face, and when the mass of young and fit adults jumped into the water to be cool like in Gidget. More people but also more space needed.
Interestingly, that was also the time when social rebellion was born. Surfers rejected social accepted behaviours and abandoned schools, families and friends to go in search of the perfect, uncrowded wave. They didn’t want to live by others rules.
 
It is almost like the surfing rules were made by people who didn’t want social rules.
So, if this is the context, what else can you come up with but the jungle law?
 
If you are paddling out, get out of the way.
(Even when someone is in trouble in the white water, they are asked to disappear, so that the surfer doesn’t have to make an unwanted turn!)
 
If you are not the closer to the pick, get out of the way.
If you are not the first on the wave, get out of the way.
 
I like how this two can be twisted at surfers discretion:
If you are closer to the pick, but paddled second, get out.
If you paddled first, but far from the pick, get out.
 
Basically a proficient surfer does what the fuck he wants.
The jungle law.
And if the jungle law is broken, verbal and physical assaults are expected.
Thumbs up!
 


Think about it.
What if you are in a restaurant and in comes a chef that asks you to vacate the table for him, arguing that you are so dumb you can’t distinguish a bad from a good wine?
What if someone with a Mercedes jump the line at the traffic light saying: well, I go faster!
Would that be acceptable?
 
Well, it happens continuously in the water: I can catch a wave far on your inside, so get out. It’s your problem, not mine.
 
But what if we were to apply common rules to surfing? I mean, common rules!
What if there was a policeman keeping people in a line, with every one catching a wave in turns? (first in, first out)
I believe most of the surfers I see around me in the water every weekend would be fine with it. Because no matter the conditions, you will get as a good shot as every one else.
I believe only the proficient surfers would cry like babies at the idea of equal sharing.
 
I’m provoking here.
I’m pushing the discussion around to make a point:
Surfing rules are needed, yes.
But I don’t see them as unquestionable. And I don’t like people who don’t allow room for questioning things.
Surfing rules are needed. But far from being perfect. And being the crowd already a problem in many spots, and only to get worst everywhere, it’d be about time to start thinking different.


 
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Le regole del surf.
Queste fantastiche regole che ci fanno vivere in sicurezza e armonia.
Certo.
 
Pensate a quado avete surfato in un posto affollato, con onde un po bastarde: se tutti rispettassero perfettamente alla lettera le regole, a surfare sarebbe sempre le stesse 5 persone. E tutti gli altri a guardare.
Perche’ c’e’ sempre uno piu’ bravo in grado di mettersi al tuo interno, nel punto piu’ difficile, e uno piu’ in forma di te, in grado di remare di piu’ e piu’ veloce (i beginners qua non centrano niente, badate).
Proprio cosi: se ci fosse un vigile a far rispettare le regole in acqua, bloccherebbe tutti tranne i piu’ bravi.
Che strano.
 
Ma quando sono nate le regole del surf?
Beh, diciamo che a grandi linee si sono sviluppate quando le pinne hanno consentito finalmente di stare sulla faccia dell’onda (introdotte negli anni '30 ma diventate standard negli anni ’50), e quando Gidget rese il surf un fenomeno di massa. Cioe’ quando il numero di surfisti divenne significativo e contemporaneamente ci fu bisogno di piu’ spazio libero.
Quando la massa dei giovani si riverso’ in acqua e i surfisti della prima ora si sentirono usurpati. Quando il rock’n roll diede il via all’epoca della ribellione sociale ed al chiaro disprezzo verso le regole della societa’ moderna.
 
Ma aspetta un attimo. Qualcuno ha menzionato le regole?
Rifiutavano le regole?
C’e’ qualcosa che non quadra.
 
Vuoi vedere che le regole del surf furono coniate da una massa di fannulloni o aspiranti tali, che abbandonava la scuola, la famiglia e la societa' in generale, che passava la vita a surfare per protesta, si drogava, e soprattutto non sopportava la presenza di altri in acqua?
 
I conti tornano. Che altra soluzione puo’ trovare un gruppo di persone che rifiuta le regole, ma che deve tuttavia regolarsi per convivere in acqua, se non quella della legge del piu’ forte? Quella del togliti di torno.
 
-Se stai uscendo, levati di torno.
(Per la sicurezza, certo. Ma uno che per sfiga si trova intrappolato nell’inside deve letteralmente sparire perche’ colui che serfa, in grado di girarci tranquillamente intorno, non puo’ concepire di essere disturbato!)
 
-Se non sei sul picco, levati di torno.
-Se non parti per primo, levati di torno.
 
Apparentemente sensate, ma in conflitto.
E’ infatti interessante poi vedere come queste due vengano capovolte a piacimento:
 
-Se parti per primo ma non sei sul picco, levati di torno.
-Se parti sul picco ma per secondo, levati di torno.
 
Sostanzialmente chi e’ piu’ bravo fa il cazzo che vuole.
La legge del piu’ forte.
Che se viene infranta, causa agressione verbale e fisica. Una giungla insomma. Con le scimmie a battersi come scimmie. 
 

E’ come se un critico cinematografico entrasse al cinema e dicesse a tutti di togliersi dai coglioni e di lasciarlo sedere nel posto migliore, perche’ tanto nessuno ne capisce un cazzo.
O se al semaforo il tipo con la Mercedes abbia sempre diritto a saltare tutta la fila  perche’ lui va piu’ forte. O al panificio il ciccione si prende tutto il pane gratis perche’ lui ha piu’ fame di voi.
Esattamente la stessa cosa!
 
Io parto piu’ all’interno, o prima. E tu devi farmi passare. Non importa che tu non surferai mai sinche' io non mi fermo. Cazzi tuoi.
 
Ma che regola e’?
E’ la legge della giunga, coniata da gente che non andava a scuola e non voleva regole sociali.
 
E se invece si applicassero le comuni regole del vivere civilmente?
Se per assurdo ci fosse il vigile in acqua e facesse mettere tutti in fila, in ordine di arrivo,  a prendere le onde uno ad uno?
A chi non andrebbe bene fare cio' che si fa sempre in ogni occasione?
Secondo me solo ai bulli, e a quelli piu' bravi degli altri che se ne approfittano quatti quatti. Che non potrebbero accettare di dover aspettare che gli altri facciano il loro tentativo su una bella onda. Non potrebbero accettare di essere messi alla pari con tutti.
Tutti serferebbero di piu’, in ordine, in tutta sicurezza (perche' nessuno sarebbe tentano di droppare gli altri sapendo che tra poco tocca sicuramente a lui), ma loro di meno. E non potrebbero dominare a scapito di tutti gli altri.
 
Ok, e’ una provocazione.
Le regole esistenti in qualche modo danno un ordine e nascono anche dall’esperienza. Non sono completamente stupide. Ma in parte si. Un po' stupide lo sono e anche sicuramente ignoranti.
 
Dovremmo smetterla di guardarle con reverenza, e considerarle intoccabili ed indiscutibili come i fanatici della bibbia, perche’ la realta’ e’ molto, ma molto, ma molto diversa.
Anzi, in un mondo bello, perfetto e senza guerre, col problema della folla che diventa sempre piu' rilevante, sarebbe ora che venissero riviste.
 
 
 

29 August 2016

A good session

I just had a great session.

Conditions weren't amazing but the crowd factor was manageable and there was a good, relaxed wibe in the water.
I got planty of waves and had some really fun ones.
This was the first noticeable session in months. I was rusty but as the time passed I got more and more confortable with everything.

I'm happy.

(as always, i didn't stop a moment to take a single pic..)


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Finalmente mi sono divertito.

Non 'e che le condizioni fossero memorabili, ma grazie alla folla entro limiti accettabili e una atmosfera rilassata ho potuto prendere una buona dose di onde.
Alcune cavalcate sono state molto divertenti, serfate sia a dx che a sx, con belle curve e spostamenti vari.
Ero ancora un po' arrugginito, ma grazie a dio ho potuto riprendere confidenza con tanti aspetti dello stare sulla tavola. Anche il fitness andava molto meglio e ho remato un sacco.

Felice.

18 August 2016

Stuck in Limbo

Surf forecasts are horrible. I'm not sure if it's worth to go to the beach, yet again.
Meanwhile I'm trying to book a surftrip, but it's seem to be an extremely difficult task.
I'll explain later.
So.. I'm stuck, accomplishing nothing.
I can only post a photo then.
Here we go: Coolangatta sunset, after my first poor session in almost two months.


Coolangatta Sunset



Bloccato, senza combinare niente.
Parlo e penso al surf continuamente, per surfare il wekend ed anche organizzare un bel viaggetto, eppure non risolvo niente.  Le prevsioni fanno schifo e il resto e' una tortura che spieghero' piu' avanti.
Allora non mi rimane che postare una bella foto di un tramonto a Coolangatta, dopo l'unica sessione -moscia- degli ultimi due mesi.

04 August 2016

It's finally time to surf again

After almost two months of busy life and traveling, it's about time to get in the water again.
 
I am a few cm fatter than before and incredibly out of fitness.
 
There's a low system just south of here that is sending lot of wind but also reasonable waves up the coast. This weekend should be duable and actually I'm hoping for small size as I'm really not confindend in my ability to fight the white water..
At the same time: I can't wait!
 
 
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Dopo quasi due mesi passati a far fronte ad impegni vari ed esperienze culinarie estreme, e' tempo finalmente di tornare in acqua.

Sono piu' grasso di qualche centimetro e completamente fiacco.
Sto riprendendo il ritmo pian piano e gli allenamenti sembrano piu' pesanti del solito.
 
C'e' una bassa pressione sul mare proprio a sud del QLD che sta provocando vento fortissimo ma anche onde accettabili. Questo weekend si surfa di sicuro anche se spero tutto sommato in qualcosa di piccolo, dato che non so quanto possa essere in grado di lottare per uscire dalla schiumona.
In ogni caso non vedo l'ora!

16 July 2016

Surfing Sardinia

Visiting the good old Europe.
In the last five to ten years Sardinia has been recognised as probably the best place for surfing in the Mediterranean Sea.
It just happens that Sardinia is my born place!

So I went to the west coast to visit the Isbenas Surf Club. That day there was the last pulse of a teeny-tiny swell and the guys invited me to have a go with an old longboard.
They could surf those ripples with great agility and skills. For me it was just too small and short to be able to do something more than just pop up.
Below here, a picture with some kids learning the basics.
Believe me when I tell you that in the right day the waves are good. Obviously you have to find whre to go..
Now it seems the right day is coming, but I have a flight to catch soon.
But it's alright. The long points of SE QLD are calling me and I feel very luky to live in Brisbane.

Hats off for the Sardinian crew. They really work and wait hard for a good wave.




Nella vecchia Europa.
Non ho potuto fare a meno di passare a visitare l' Isbenas Surf Club non troppo distante dai luoghi della mia infanzia, in Sardegna.
Il giorno c'era il rimasuglio di onde piu' o meno surfabili e mi sono unito ai ragazzi del club per un tentativo.
Loro, bravissimi, riuscivano a ricavare surfate anche su onde minuscole, che vedevano arrivare con l'occhio allenato dei locals. Per me erano talmente piccole e brevi che avevo giusto il tempo di alzarmi ed era gia' tutto finito.
Nella foto, le condizioni del giorno, giusto davanti al club.
La Sardegna e' diventata sempre piu' una delle mete migliori per il surf nel Mediterraneo. Ci sono onde di tutto rispetto ma necessitano le condizioni giuste. E' probabile che in due o tre giorni queste condizioni ci siano, grazie al vento, almeno per una surfata decente, ma io devo salire su un aereo.
Peccato.
Ma i luoghi intorno a Brisbane mi chiamano e sono contento di tornare a casa.

Nel mentre mi tolgo il cappello per i locals della Sardegna che imparano e surfano in condizioni certamente piu' difficili di tanti altri. Respect!

20 June 2016

The real surfer

What defines a surfer? Who can be called a surfer?
I find it an interesting question.

First, I don’t think pro surfers enter in the equation. They live extraordinary lives and cannot be used as comparison. They are out of this world and don’t even represent the surf community, with so many different people of all ages, riding all sort of stuff.  

Second, a part from the first point, I don’t know the rest of the answer. But there’s something that I do know. 

You see, I came across a simple sentence on a blog where a young guy was being called ‘a real surfer’ because he knew very well the home spots and conditions, and mostly because he spent all his spare time surfing.  Fuck no.
You can’t be saying that I’m not a real surfer because of that!
Rest assure that I give surfing 100% of the time I can give it. And a bit more! And sorry if I’m not 20 anymore. Sorry if I have a life to take care of. Sorry if I work and study at the same time. Sorry if I love to spend time with my wife. Sorry if I like to spend time with my few good friends. Sorry if I don’t live near the beach and I have to drive 2 hours just to see the water. Sorry if I have to carefully and painfully plan every session and fit it with all the rest like the best tetris player. All the commitment and sacrifices and compromises that I (and all my friends) do just to be there, is something that other ‘real surfers’ don’t even know what it means. Because they are not real surfers! They are exceptions, or slackers. Fuck that.

We are the norm. We keep the sport alive. We buy magazines, equipment and stuff. We are the ones ‘the industry’ is talking to. A real surfer is the old guy with the mal who says g’day, is the youngster who drops me all the times, is the girl in bikini walking on the deck, are my friends  sitting in the office in suit, checking out the forecast and texting ‘where about?’. 
Real surfer, yes, with the biggest smile after the smallest stupid wave. Because for us, that smallest stupid wave means more than another tube for KS.
So I’m not sure what define a surfer, but I’m sure a lot of people (an awful lot of people) who would never make it into a magazine are real surfers. And we deserve respect.


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Cosa definisce un vero surfista?

E’ da tempo che penso a questa domanda e una frase letta su un blog recentemente ha riacceso la questione nella mia testa.

Prima di tutto se dovessimo prendere come metro di paragone i campioni dello sport che vediamo continuamente in giro per il mondo a fare numeri, beh, per me saremmo completamente fuori strada. Loro vivono di surf, ma il surf vive grazie a noi comuni mortali, non grazie a loro. A mio parere loro non rappresentano il surf, la sua immensa e variegata comunita’, fatta di appassionati di tutte le eta’ e di tutti i tipi, che usa mille tavole diverse. Loro sono un elite, la cui esperienza giornaliera e’ troppo distante dal mondo normale per esserne rappresentantivo. E’ giusto che un giovane si ispiri a loro, certamente, ma non sarebbe giusto giudicare un comune surfista in base a come vivono e a quel che sanno fare i campioni.

Ma fatta questa premessa, mi rimane in sospeso la definizione del  ‘vero surfista’ che leggevo casualmente sul web. Una definizione priva di ogni intenzione polemica o chiarificatrice, usata in modo semplice per indicare un ventenne ‘esperto di condizioni del mare e appassionato a tal punto da spendere tutto il tempo libero surfare’. L’autore ha poi aggiunto che in effetti iI vero surfista dovrebbe essere quello che gira il mondo inseguendo l’onda perfetta. Lasciando interndere che il ventenne mancava di quella caratteristica.
Ecco, io sorrido e al contempo rifiuto all’idea che qualcuno possa essere non considerato surfista perche’ non gira il mondo (ma quando? ma dove?) o perche’ non dedica tutto il suo tempo libero a surfare. Capisco lo spirito ingenuo della frase, ma la aborro, come diceva quello.

Non solo penso che i top surfers non rappresentino i veri surfisti, ma esser giudicato vero surfista o meno in base al tempo che dedico al surf e’ un vero e proprio calcio nei coglioni. 
Ecco, il tempo che io e i miei conoscenti dedichiamo al surf e’ il 100% del tempo possibile. E pure un poco di piu’. E scusate se non ho venti anni ed un cazzo da fare nella vita. Scusate se laroro in ufficio. Scusate se studio anche, contemporaneamente. Scusate se ho una moglie che amo a cui dedicare le mie attenzioni. Scusate se ho amici a cui voglio bene e con cui mi piace uscire e fare una bella cena od una gita da qualche parte. Scusate se non abito davanti alla spiaggia e devo guidare due ore solo per vedere l’acqua. Scusate se devo pianificare ogni sessione attentamente, decidendo orari e giorni incanstrandoli come il tetris con le altre mille cose che esistono nella vita di tutti i giorni. Ecco, scusate, ma i sacrifici che faccio io, e le persone accanto a me (che entrano in acqua con me o che aspettano pazientemente che io abbia saziato il bisogno di onde) per riuscire a passare qualche ora in acqua ogni fine settimana, ecco, questi sacrifici e i salti mortali, quei presunti ‘veri surfisti’ non sanno neanche cosa siano. Perche’ non sono veri surfisti. Loro sone eccezioni. Noi siamo la norma. E per questo motivo, per  l’impegno e la passione e la dedizione che ci metto, ci mettiamo tutti,  noi comuni mortali meritiamo molta piu’ considerazione.

Io sono un vero surfista. Per il culo che mi faccio solo per esserci, in acqua! Perche’ il surf vive grazie alla passione dei comuni mortali. Siamo noi che compriamo le riviste, le attrezzature e diamo linfa vitale allo sport. Il vero surfista e’ il vecchio che mi passa accanto con il log e fa un cenno con la testa. E’ il ragazzino che salta la scuola e che mi droppa sempre. E’ la ragazza in bikini che cammina sulla tavola. Sono i miei amici che durante la settimana guardano le previsioni al computer del loro ufficio, in giacca e cravatta, e mi chiedono ‘che si fa?’. E il loro sguardo spiritato e gioioso dopo una bella cavalcata, su una ondina del cazzo, che pero’ vale sicuramente di piu’ per noi di quanto valga l’ennesimo tubo per  KS.
Gli altri sono eccezioni, o  gente che non ha un cazzo da fare, o che ancora giovane, cerca di farne una professione. Ma io e quelli come me, che siamo la stra-stragrande maggioranza del mondo del surf, meritiamo rispetto e considerazione.


17 June 2016

Waveform

I love this video. Click on the link!

https://vimeo.com/channels/unreasonable/129568177



(sorry can't see how to make it play here)



24 May 2016

That moment - Quel momento #2

That moment.

When the sun shines.
When the water is fantastic.
When the forecast said it was flat.
When everybody went somewhere else.
When eventually some funny sets arrive.
When life is beautiful.
And you can’t help but have a stupid smile on your face.
Stoked.

(that moment #1)



Empty Superbank, full smiley face!

Quel momento.

Quando il sole splende.
Quando l’acqua e’ splendida.
Quando le previsioni dicono che e’ piatto.
Quando tutti sono altrove in cerca di onde.
Quando poi invece, con un poco di pazienza dei set carini arrivano.
Quando la vita e' bella.
E ti scappa quella faccia da scemo. Di gioia.

(Quel momento #1)

13 May 2016

Outrage! The Samsung Galaxy Surfboard

Surfers around the world are outraged by the Samsung Surfboard.

To me it doesn’t seem a smart idea but I don’t have anything against it. I guess younger generations will use it in the future, if it really will be produced.

So, instead of wasting time crying about the death of surfing, I have these practical questions in my mind:
1 – How can you read the screen if you cover it in wax?

2 – If you can place a screen on a surfboard, can someone PLEASE place a non-slip thing so that we can say goodbye to wax?

3 – Given that you can’t see the wax, is there any chance that that surfboard already has an non-slip deck? If so, can we please skip the sms part and GET THAT DECK?

(oh, yes.. surfboards makers don't have the tecnology, the scientific knowledge and the will to change how boards are made. And surfers don't like anything different from 1950 techonolgy for their boards.)






Tutti che si stracciano le vesti per l’oltraggioso video della Samsung surfboard che riceve messaggi in acqua.

A me non causa nessuna perdita di sonno o serenita’.
Penso che:
1 – E’ solo un prototipo/ pubblicità

2- Ci sarà sicuramente chi, più giovane di noi, non ci vedrà nulla di strano (se mai diventasse available - C'erano quelli che professavano, e professano ancora il surf senza leash, per dire)

3 - Se ci metti la cera poi come cazzo fai a leggere?

4 - Ma se si può mettere uno schermo sul deck di una tavola, perché non si mette qualcosa antiscivolo così che si possa dire addio alla cera?

5 - Ma non è che quel deck è antiscivolo, visto che la cera non si vede? Se fosse così, cosa si sta aspettando a RENDERLO DISPONIBILE, invece di propinarci SMS in acqua??

(ah si.. chi fa le tavole in genere non ha la tecnologia, la conoscenza scientifica e la voglia di fare le tavole in modo diverso. E d'altronde i serfisti vogliono le tavole fatte come negli anni '50..)


12 May 2016

Somewhere near a little tube

I dindt really test the new pad as the waves in coolangatta were kind of hollow and fast. Not too big but they often tended to tube a bit.
I’m not talking about tube riding here, just the lip going over and people crunching down to fit the head or shoulders inside it.
But that’s my black beast.
I’ve trouble going fast enough to get past those sections.

It was a beautiful day and for once the crowd was within the limit of doable (7am!)
We had fun but I only think of one particular wave, high, steep and fast. I saw it building up and went up the face as much as I could. But then the lip started coming over (on my hips) and I could see I was never going to get past that. I folded my body in a little ball and let the board go far from me.
It has been great because I pushed my limits for few seconds knowing that it could have ended in disaster, and it has been extremely disappointing because now I realize that crunching down half step forward I could have make it.
But when you get -one- wave like this a year, it’s hard to be ready and be able to conquer it.
It’s always the same issue. Crowd. I myself am crowd.
I don’t know what to do.

I wish I will soon get another shot at it.


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Non ho avuto modo di testare il pad perche’ le onde di sabato a Coolangatta erano abbastanza veloci e tendevano a tubare un po. Ragion per cui era necessario andare a tutta velocita’ lungo la faccia. Stavo serfando circa a meta’ tavola.

E’ stata una bella mattina, affollata si, ma non oltre il punto di impossibilita’.
Nell’ultimo anno a Coolangatta si e’ accumulata un sacco di sabbia e spesso le onde, anche piccole, si rovesciano su basso fondale, creando piccolo tubi bastardi. (o anche enormi tubi, ma in quel caso non sono in acqua!)

Mi sono divertito ma non ho preso onde memorabili. Tranne una, alta e ripida, sulla quale ho cercato di stare piu’ in alto possibile, fino a quando il labbro ha iniziato a girare a cascata creando un tubo dentro al quale un bravo serfista ci si sarebbe infilato accovacciato. A me invece e’ venuto timore revereziale. Ero gia’ oltre la mia comfort zone. Come detto avevo insistito oltre il solito cercando di superare la sezione critica. Mi ero portato piu’ in alto possibile ma a quel punto era chiaro che non avrei superato in velocita’ la cascata d’acqua. La parete era verticale e il fondale basso. Ho preferito lasciarmi cadere lontano dalla tavola piuttosto che aspettare di essere maciullato.
E’ stata allo stesso tempo un onda entusiasmante e deludente.
Mi rendo conto ora che se avessi fatto mezzo passo avanti e mi fossi inchinato, forse sarei passato oltre e avrei posto una pietra miliare del mio cammino.
Invece rimango col rammarico di non averci provato.
Ma e’ difficile, quando certe occasioni capitano cosi di rado, avere la mente pronta per analizzare la situazione e agire di conseguenza. Il problema e’ sempre lo stesso: troppa gente che mi impedisce pratica. E’ meglio son le onde, piu’ c’e’ gente.
Non so che fare in merito.
Nel mentre sogno di avere un’altra possibilita’.