27 June 2013

Respiro - Breath by Tim Winton

After another disappointing session at Cooly, this time due to the crowd, I better write down something about a book I like: Breath, by Tim Winton. 

He's an Australian author and it totally it's worth a read. 

It's about two young surfers and growing up and going through all the things youngsters go through. But it's also a wider thought about life itself. 
I liked it.

Here's some great lines about surfing: 

"..I couldn't have put words to it as a boy, but later I understood what seized my imagination that day. How strange it was to see men do something beautiful. Something pointless and elegant, as though nobody saw or cared..
..For all those years when Loonie and I surfed together, having caught the bug that first morning at the Point, we never spoke about the business of beauty. We were mates but there were places our conversation simply couldn't go. There was never any doubt about the primary thrill of surfing, the huge body-rush we got flying down the line with the wind in our ears. We didn't know what endorphins were but we quickly understood how narcotic the feeling was, and how addictive it became; from day one I was stoned from just watching. We talked about skill and courage and luck- we shared all that, and in time we surfed to fool with death- but for me there was still the outlaw feeling of doing something graceful, as if dancing on water was the best and bravest thing a man could do...

..I will always remember my first wave that morning. The smell of paraffin wax and brine and peppy scrub. The way the swell rose beneath me like a body drawing in air. How the wave drew me forward and I sprang to my feet, skating with the wind of momentum in my ears. I leant across the wall of upstanding water and the board came with me as though it was part of my body and mind. The blur of spray. The billion shard of light. I remember the solitary watching figure on the beach and the flash of Loonie's smile as I flew by; I was intoxicated. And though I've lived to be an old man with my own share of happiness for all the mess I made, I still judge every joyous moment, every victory and revelation against those few seconds of living.."






Dopo l'ennesima uscita deludente, questa volta per via della folla assurda di Coolangatta nel primo weekend di pausa scolastica invernale, mi limito a riportare uno stralcio da un bel libro di Tim Winton intitolato Breath, Respiro. 
Un romanzo di formazione, si direbbe, la cui storia e' un lungo monologo del protagonista, che lascia poi al lettore qualcosa a cui pensare.

Qui riporto qualche bella riga esclusivamente sul surf:


"..Non avrei saputo dirlo da ragazzo, ma più tardi ho capito cosa catturò la mia immaginazione quel giorno. La stranezza nel vedere degli uomini fare qualcosa di bello. Qualcosa senza senso ed elegante, anche se nessuno se ne interessava o stava a guardare..

..Per tutti quegli anni in cui io e Loonie surfammo insieme, essendoci appassionati sin da quella prima mattina al Point, non parlammo mai della questione della bellezza del surf. Eravamo amici ma c'erano argomenti di cui semplicemente non potevamo parlare. Non ci fu mai nessun dubbio in merito all'istintiva eccitazione del surfare, l'immensa scarica di adrenalina che provavamo volando giù da un'onda col vento nelle orecchie. Non sapevamo cosa fossero le endorfine ma capimmo subito quanto narcotica fosse quell'emozione, e quanto intossicante fosse; sin dal primo giorno ero drogato dal solo guardare. Parlavamo di bravura e coraggio e fortuna - condividevamo tutto questo, e col tempo avremmo pure surfato per sfidare la morte - ma per me c'era sempre il sentimento fuorilegge di stare a fare qualcosa di aggraziato, come se danzare sull'acqua fosse la cosa più coraggiosa e migliore che un uomo potesse fare..

.. Non dimenticherò mai la mia prima onda quella mattina. L'odore della paraffina, della salamoia e del peppy scrub. Il modo in cui la sommità dell'onda si alzò sotto di me come un corpo succhiato in aria. Come l'onda mi spinse avanti nel momento in cui balzai in piedi, scivolando col vento nelle orecchie. Mi piegai accanto al muro d'acqua e la tavola mi seguì come fosse parte nel mio corpo e della mia mente. Gli schizzi in aria. I miliardi di riflessi. Ricordo la figura solitaria che stava a guardare dalla spiaggia e per un attimo, mentre gli passavo accanto, il sorriso di Loonie; ero ubriaco. E nonostante abbia vissuto abbastanza da diventare vecchio ed abbia avuto i miei momenti di felicità per tutte le avventure vissute, continuo a paragonare ogni momento di gioia, ogni vittoria e ogni rivelazione, a quei pochi secondi di vita.."


19 June 2013

Una foto - A picture #2

Due linee orizzontali nell'acqua di Rainbow Bay, Coolangatta.


Two small waves at Rainbow Bay, Coolangatta. This pic is not retouched, by the way.. 



14 June 2013

Cambiamenti - Changes

Non vorrei esagerare ma un po' il surf mi sta' cambiando.

Mi costringe ad allenarmi durante la settimana, ed erano anni che vivevo in simbiosi col divano; mi costringe a guidare per ore, ed avevo sempre meno voglia di guidare per ore; mi fa svegliare la mattina anche quando potrei stare a letto per ore, e non succedeva mai; mi fa pensare a cosa mangio, quanto mangio, cosa e quanto bevo, specie il venerdì e sabato sera, e mai me ne ero preoccupato, specie il venerdì e il sabato sera; mi suggerisce di andare a letto presto, e mai mi sarebbe passato per la testa..

La prima volta che sono andato a surfare con la pioggia era estate ed avevo iniziato da due mesi scarsi. E mentre ci recavamo in spiaggia, mi chiedevo cosa ci stavamo andando a fare.
Poi quella mattina si era rivelata piacevole, con una fine pioggia che avevo reso il tutto molto insolito e diverso, nuovo, mentre in tre cercavamo di cavalcare senza successo delle minuscole onde monopolizzate da due tipi bravissimi..

La prima volta che sono entrato in acqua in inverno e' stato lo scorso giugno, con l'aria tersa e frizzante di Coolangatta, con la muta lunga, sotto un bellissimo sole e sopra bellissime onde trasparenti. E mentre mi recavo in spiaggia, mi chiedevo se non stavo esagerando e se non avessi poi avuto troppo freddo.

Lo scorso weekend sono andato a surfare sotto il diluvio, al freddo.
Per due volte il cielo era nero pesto, la pioggia grossa e ghiacciata, l'acqua grigia, opaca, e liscia come la seta. Non c'era vento. Sembrava un'animazione digitale. Una delle due volte sono uscito dall'acqua all'imbrunire ed ho finito per cambiarmi nel parcheggio, al buio, illuminato dai lampioni stradali, mentre gli altri andavano a casa con la tavola sotto il braccio.
Ma la cosa che ricorderò di più e' una immagine di dieci minuti prima, quando con la poca luce rimasta e le nuvole basse ed il diluvio, non si capiva più dove erano le onde, completamente confuse tra mare e cielo, senza orizzonte e senza colori. Un grigio liquido senza forma. Una visione quasi mistica. O fantascientifica. Ed io che mi chiedevo cosa aspettavano gli altri ad andare a casa e lasciarmi in pace.

Poi queste due sessioni non sono state granché. Sono arrugginito ed un po' fuori forma. Coolangatta non mi ha fatto regali. Avrà pensato che dovevo accontentarmi di quel grigio che non avevo mai visto prima. Beh, un po' si, mi è bastata quella visione.. Fino alla prossima uscita..



I think surfing is changing me, a bit at least.

It forces me to work out, while for years the couch was a great companion; it forces me to drive for long distances, while I'm less and less keen to stay behind the wheel; it wakes me up in the morning despite the warm much loved comfort of my bed; it makes me think about what and how much I eat and drink, specially on Friday and Saturday nights, while I never cared; it tells me to go to sleep, while I've always been a night owl.

The first time I went surfing while raining it was two months after I started. It was summer and I remember thinking where the hell are we going today? It turned out a very nice session even though I spent my time watching others catching all the small waves.

The first time I went surfing in winter was last year, in June. It was also the first time I went to the beach in winter with the idea of touching the water. Winter in Europe is much colder  than here, yes, but still it never crossed my mind before. I remember me thinking what am I doing, it's probably too cold, while getting ready. It turned out a very nice session, under beautiful sunshine with lot of fun.

Last weekend I went surfing during a cold, dark, ugly, rainy day. Twice.
One time I went back to the car park in the dark, changing back to my cloths under the street lamps, and cursing the other surfers for not leaving me alone not even for the very last wave of the day.

But I will remember this two sessions for the unusual and almost unrepeatable atmosphere: just before dark the sky was so dark, so low, so heavy it was touching the ocean, and the water, without wind, was glassy and completely grey as well. It seamed made with computer graphic. Then it became all the same colour: no horizon, no water, no sky, no waves. Just a grey world all around. I was trying to understand where the waves were and thinking oh my god, I need glasses.. But no, I was floating into greyness.

The sessions themselves were poor. Coolangatta didn't welcome me that much. It thought that that special greyness was enough for my senses. Well, yes.. It was different from everything I ever experienced. And it was enough. Till the next session..

03 June 2013

Bastonato - Bitten

È stato un errore di valutazione.
Anzi, l'errore è stato che non ho valutato per niente. 

Per la fretta sono andato a Coolangatta dove onde ad altezza spalle e la bassa marea hanno creato le condizioni per la peggiore uscita da mesi (onde tendenti al tubo).
Avendo visto tutta quella schiuma piu' le bombe che ogni tanto si presentavano ai surfisti avrei dovuto guidare sino a Byron Bay in cerca di un po di riparo dal mare.
Invece no.
I surfisti stessi mi hanno ingannato facendo sembrare facile governare quelle condizioni. 
 
Sono entrato ed ho passato il tempo a schivare le onde un po' troppo grandi, rimanendo di lato, in cerca dei miei cari scarti.
Poi è arrivata la solita onda assassina, che si è rotta molto prima delle altre e per tutta la lunghezza, senza lasciare varchi. Mi ha frullato un poco più del solito ma soprattutto mi ha trascinato nella zona di impatto di tutte le altre onde. Ed il mare ha cominciato a punirmi, una sberla dietro l'altra, senza sosta, e nel mentre mi spingeva sempre più in la, verso la riva e le roccie. 

Alla fine, senza fiato e senza forze sono riuscito ad arenarmi sulla sabbia giusto accanto alla prima roccia, rimediando comunque una bella grattugiata al piede sinistro.
Ho trascinato il long e me stesso sulla sabbia. 
Il long, questo oggetto immenso che vola sull'acqua ma che diventa una trappola se si lotta contro gli elementi.
Mi sono seduto a prendere letteralmente fiato e riflettere...

Pensavo che:
-Ho guidato per un'ora almeno e sono stato in acqua per venti minuti. Poi in un minuto sono passato dal galleggiare in attesa, a trascinarmi sulla sabbia con un taglio al piede. 

-Il morale sotto i tacchi. 

-21 giorni ad aspettare di tornare in acqua per farmi bastonare così. 

-Gli altri surfano e si divertono. 
 
-Per loro il divertimento inizia solo oltre il  metro di altezza. 
Quelle che per me sono belle onde per loro sono scherzi, e quelle che per loro sono onde per me sono mostri. 

-Sino all'altro giorno l'oceano l'ho visto solo sulle cartine geografiche e ora sono qua a fare la figura del minchione. 

-Avrei dovuto andare al riparo di Noosa e la giornata sarebbe stata completamente diversa. 

-Non devo mai sottovalutare le onde. 

-Anche altri sono seduti sulla spiaggia a guardare, con la tavola inerte sulla sabbia. 

-È bello anche guardare gli altri. 

-Oggi ho finito. Torno a casa e tento di non pensarci.
 
-Mi alleno per bene in palestra e il prossimo weekend...


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I made a mistake.

I didn't judge the conditions properly and I went to Coolangatta not to drive too much. But the waves were 1.3m and there was a low tide that made it all white water.
Despite considering driving further south to Byron, I went out, deceived by the evolutions the other surfers were doing.
I spent my time avoiding waves until the big one came. It dragged me along into the impact zone, and then the waves bit me with no mercy. In no time I found myself too close the the rocks below Greenmount and I fought against the Ocean to avoid a very bad end.
I dragged myself to the sand just beside the rocks, with a bleeding foot and no air in my lungs.

It has been the worst experience ever.

I sat on the sand and looked at the other surfers, enjoying themselves, and started thinking...

What is fun for me is nothing for real surfers, what is fun for them is too difficult for me.
I should have gone at least to Byron.
I've never seen the Ocean before and now I come here just to win the title of Looser of the decade. Who am I kidding?
In one minute I passed from being floating to being dragging myself out of the water.
Other surfers are sitting like me and just watching.
Watching is also fun.
My day is over. It's 5 hours to high tide and I don't believe it will be much easier. And my foot is bleeding.
I go home and I'll train better at the gym this week. 
And next weekend...