I’ve been thinking of surfing Double Island Point for a long time.
But it’s a remote place and a 4WD is a must. You either drive 50km on the beach from Noosa, but only during low tide, or 130km inland, plus 12km on the beach from Rainbow Beach, only on low tide, again.
I’ve never had the chance to go until it occurred to me that I could have booked a mini surfing trip from Rainbow Beach. And last week a road trip in the right direction made all the pieces of the puzzle come together.
DIP is a beautiful place. Amazing. Still untouched but the white man, bar the tourists and semi locals that go there camping. Remote and wild and still echoing of the times when the white men were still looking at it from the boats, and wondering.
Of course, the day I went there it was horrible: super strong offshore wind, dark sky, rain, cold; miserable.
I was the only non-beginner of the tour so I could spend my time as I wanted, and I entered the water alone. (things I don’t enjoy: a dark sea, an unknown spot, being alone. Perfect.)
The waves were small, with a low period and breaking all over the place. The strong wind kept them up way beyond reasonable and then let them crush randomly here and there. I couldn’t see any order at all.
I picked a spot and tried. I got one, which could have been nice if I didn’t have to spend time fighting against the wind. Then nothing. I couldn’t stick to a specific spot, I couldn’t turn my board easily, I couldn’t see in front of me because of the spray, I couldn’t drop down.
After a while a resolute to catch the white water to get a push against the wind, but it was a poor solution to a stupid day.
I saw 3 guys down to the north, and went there, hoping to find experts who figured out what to do. But no, really. Nothing changed.
I gave up before the hour having paddled for two. What a waste. Classic me.
Now I’m thinking that, even if I don’t have much to compare, I suspect that Noosa is a better wave.
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The day after was a great day. Obviously. What a fantastic place!
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Erano da tempo che avrei voluto surfare a Double Island Point.
Questo e' l'ennesimo capo che interrompe le immense spiaggie della costa est dell'Australia. Come Byron Bay, Coolangatta, Point Lookout a Stradbroke Island, Cape Moreton a Moreton Island, Noosa Heads, Indian Head a Fraser Island, per citare i piu' rinomati.
Tutti figli della stessa storia geologica, creati dalle stesse condizioni ambientali: un cucuzzolo di rocce che blocca il flusso di sabbia bianca verso nord, creando isole, dune, foreste e poi onde perfette.
Solo che D.I.P. e' un luogo remoto.
Fa parte dei 2.196 chilometri quadrati del Great Sandy Natinal Park, il cui nome spiega gia' tutto. Una intera regione fatta di foresta nata su alte dune di sabbia che arrivano a picco sul mare. Un territorio ignorato dai bianchi, che cercavano pascoli o miniere, tanto che ancora oggi semplicemente non c'e' nulla, neanche le strade.
Per arrivarci ci sono due modi: avere una 4WD e da Noosa farsi 50km sulla spiaggia, ma solo a cavallo della bassa marea, onde ritrovarsi sommersi dall'acqua; o farsi il giro di circa 130km per arrivare a Rainbow Beach, e poi comunque percorrere in 4WD 12km sulla spiaggia in senso opposto a prima, ma sempre a cavallo della bassa marea.
Rainbow Beach e' un paesino minuscolo che esiste solo per via di Fraser Island a pochi chilometri. Da qui infatti partono moltissimi tour e i turisti sono la linfa vitale di questo strano avamposto. Ovviamente ti portano anche a D.I.P., ed e' quello che abbiamo fatto noi. Ci siamo uniti ad un gruppo di aspiranti surfisti e ci siamo fatti portare al Capo.
Ovviamente gli australiani, essendo figli della loro terra, amano la vita all'aria aperta, lo sport, le barche, la pesca, il surf, il campeggio e le auto 4WD.
D.I.P. non e' quindi un luogo deserto. Molti sono i turisti, e molti i gitanti privati che ci si recano per godersi il luogo, muniti di qualsiasi tipo di attrezzatura.
Come ogni meta turistica al giorno d'oggi, non puoi pensare di arrivarci ed esser solo.
Ma non e' una cosa che trovo negativa, in questo caso.
Perche' se per caso si fosse davvero soli, e l'auto avesse un problema, immediatamente i 12km a piedi sino a Rainbow Beach si trasformerebbero in un incubo, in una corsa contro il tempo, contro la marea e l'oceano che inghiotte tutto senza curarsi. E se si avesse un problema fisico, beh.. buona fortuna.
Ma come diversi luoghi di questo continente, la presenza di altri non scalfigge il senso di vastita', eternita' e stupore che l'Australia sa darti. Double Island Point e' un posto meraviglioso. Sapevo delle onde, ma ignoravo il resto.
La guida ci ha portato sino alla punta del capo, per poi girare e percorrere una enorme lingua di sabbia in senso inverso, cercando il punto ideale per la lezione di surf.
Io ero l'unico indipendente e la tipa mi ha dato un'ora e mezzo di tempo dicendomi sostanzialmente di far quello che volevo.
Solo che sono Fantozzi.
Era un giornata con fortissimo vento da S, che se da un lato aveve creato le onde, dall'altro, in senso letterale!, le travolgeva come un off-shore tipo Bora triestina. Non solo. Appena scesi dalla Jeep e' iniziato a piovere, trasformando la giornata in un freddo, assurdo schifo.
Cose che non mi piacciono quando surfo: il mare nero, irrequieto; i posti che non conosco; essere solo nel mare nero o in un posto che non conosco. Perfetto, quindi.
Mi sono messo la muta (e la sabbia) e mi sono avvicinato all'acqua mentre il vento tentava di farmi decollare attaccato alla mia tavola manco avessi un acquilone. In acqua non c'era nessuno. Ho speso qualche minuto a guardare, cercando di capire se c'erano cose che non stavo considerando. La pioggia sulla schiena, il freddo in aumento.
Le onde non erano grandi. Al massimo arrivavano al metro. Erano relativamente ordinate, ma ben sotto i 10 secondi di periodo, molto ravvicinate. La rifrazione attorno al point era fortissima e formavano un arco assurdo che non avevo mai visto altrove. Il vento contrario le teneva su per interminabili secondi, impendendo che si infrangessero e sfumandone la cima verso il cielo nero. Ed i picchi erano sparsi ovunque, senza logica, per via della bassa marea e del fondale irregolare, col vento a mischiare le carte. Il fondo era basso, tutta sabbia ovviamente, distribuita chissa' come. C'era la solita corrente parallela alla spiaggia, come in Gold Coast.
In acqua non avevo riferimenti. Ero lontano dall'inizio del point e le onde come detto si infrangevano ad ogni distanza ed in ogni zona. Tentavo un po' di uscire oltre i flutti ma non aveva senso.
Dopo diversi minuti a cercare una posizione che ignoravo e che probabilmente non c'era, ne ho puntato una e l'ho presa subito, passando pero' il tempo a combattere il vento che voleva fermarmi. Mezzo gasato dalla lunga, strana corsa, sono tornato indietro (ma dove pero'?) a prenderne altre. Ma invano. Il vento non mi ha dato piu' pace, impedendomi di girare la tavola a piacimento, fermando le mie remate, accecandomi con l'acqua salata, sollevando la tavola proprio quando era il momento di scendere giu'. Un calvario.
Ad un certo punto, ho deciso di prendere la schiuma bianca e farmi spingere come i principianti. Funzionava ma era uno schifo. Giusto un'onda, ad un certo punto mi ha dato soddisfazione, surfandola quasi senza conbattere, sia a destra che a sinistra.
Ho poi visto 3 persone a cento metri da me, verso nord. Ci sono andato sperando che loro avessero capito tutto, ma non cambiava niente.
Sono uscito dopo 50 minuti ed aver faticato per due ore.
Solo io posso trovare uno schifo del genere in un paradiso cosi'.
Il giorno dopo ovviamente era una bellissima giornata.
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This was supposed to be a right.. I managed not to fly away..
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