Today's screenshot
28 September 2018
20 September 2018
The perfect wave?
'The search for the perfect wave' is part of the surfing storytelling, that mythology that surfers keep telling to each other even though you can't really find much of it in the water.
I got bored of it pretty soon. The 'search for the perfect wave' doesn't mean much to me, along with a lot of other stuff.
And I've just found an article that makes me think I may not be wrong, after all.
It's fascinating how modernity creates strong contradictions for those poor souls in search of the perfect wave!
Let's start from the Kelly Slater's wave.
Mechanically it is perfect. And when surfers talk about perfect waves they mean exactly that: mechanically flawless. And that's exactly the reason why the world went wow! when people first saw that man-made wave.
Nevertheless, lots of people (should we say haters?) keep throwing shit at it and at wave pools in general, arguing about the loss of the true surfing experience, and citing elements of surf mythology that, according to them, are irreplaceable. Things such as the contact with Mother Nature, the fight with the elements, the unpredictability of the ocean and so on.
But surprisingly (or maybe not, in fact), the other day I read this article by Nick Carroll, in which he says that during the last day of competition at the Surf Ranch, some athletes requested an extra left because one of theirs wasn't exactly the same as the others. It wasn't fair competition!
This fact makes me smile.
So, on one side you have people, unknown surfers, who teaches you what surfing should be according to an old and questionable mythology, and on the other side you get the pros that destroy the same mythology not only competing in a pool, but complaining for a wave that is not 100% the same as the others!
It is clear then that the beloved unpredictability of the Ocean is just bullshit. Something you have to put up with only because you don't have other options. But if you do have other options..
Words VS reality.
So, yea, in the same way the 'search for the perfect wave' sounds to me just like another empty myth.
(Once upon a time a few lucky ones did go searching for waves, but 99.9% of today surfers are not going searching for anything, ever.)
And anyway, the hilarious thing is that if you are really searching for it, your search is over. The perfect wave is there in Texas, and soon in many other pools/locations. In a few more years all of us will get a taste of a perfect wave (like those guys).
But I understand it's an hard fact to accept.
La 'ricerca dell'onda perfetta' fa parte di quella narrativa del surfista che viene constantemente ripetuta nonostante molti dei suoi elementi siano ormai lontani dalla realta' (ammesso che lo siano mai stati, reali).
A me comunque ha stancato molto presto. Non trovo riscontro tra la retorica del surfista (o del fare surf) e la realta' in acqua.
Ma una recente lettura mi spinge ora a parlarne.
Dal mio punto di vista e' infatti interessante vedere come la modernita' crei contradizioni affascinanti per gli sfortunati ricercatori dell'onda perfetta.
Prendiamo l'onda artificiale di Kelly Slater. Dal punto di vista meccanico (che e' indubbiamente il fattore principale, direi unico, che caratterizza la fantomatica onda perfetta), e' di fatto un'onda perfetta. La sua perfezione e' stata esattamente il motivo che ha catturato l'attenzione del mondo.
Ma una folla di surfisti si e' dichiarata immediatemente contro questa bellezza. Le motivazioni sono dubbie e confuse. Argomenti come il mancato contatto con la natura, la mancata battaglia contro gli elementi, la mancata sorpresa di una previsione sbagliata, il principio che dovresti pagare mentre surfare sarebbe gratis la fanno da padrona. Tutte considerazioni opinabili e che non si soffermano mai sulla qualita' (perfezione) o meno di questa onda artificiale.
Ma a questa sorta di dibattito zoppicante, si e' appena aggiunto un nuovo elemento, che e' poi il motivo per cui sto scrivendo.
Ho letto in questo articolo di Nick Carroll che durante l'ultima giornata di gara al Surf Ranch e' stata aggiunta una undicesima onda alla competizione, una sinistra, perche' alcuni atleti si erano lamentati che la loro sinistra non fosse stata perfetta come le altre.
E sorrido sodisfatto davanti allo sgretolamento della narrativa del surfista che cede sotto i colpi inferti della realta'.
Cio' significa infatti che mentre orde di presunti puristi denigrano le wavepool dall'alto della loro esperienza e saggezza marina e ti insegnano cosa dovrebbe essere il surf, i pro, che di esperienza evidentemente non ne hanno, non solo sono stati i primi a cimentarsi con questa creazione, ma chiedono anche un' onda extra perche' quella a loro capitata non era esattamente uguale alle altre.
Capirete che i conti non tornano.
Il gota del surf mondiale ci dimostra come l'imprevedibilita' del mare, quell'esperienza mistica tanto amata, sia in realta' una condanna dalla quale scappare appena possibile. L'imprevedibilita' e' rifiutata persino per dettagli minimi in una piscina. E cosi' facendo distrugge un elemento essenziale della narrazione del surf.
Parallelamente anche la cantilena dell'onda perfetta e' solo un mito. Che il surfista di Voghera non vuole abbandonare, per non accettare il fatto che la sua -presunta- ricerca sia finita.
Ma di fatto l'onda perfetta c'e' ed e' a portata di mano (e presto o tardi tutti ci faremo un giro).
Ma capisco che sia un destino atroce per chi e' morbosamente attaccato alle storielle.
10 September 2018
Teaching
I've spent a sessions with two beginners.
They are nice guys, 5 and 10 years younger than me and they needed some guidance to get the ball rolling.
I told them to buy a cheap, second hand longboard.
I told them when and where to go, or meet, and I waited patiently while they got ready.
I told them where to lay down on the board and how the small waves were acting, and about rules, localism and things to consider.
I told them when to go or when to save energy.
I told them about nose-diving and losing the wave due to lack of forward movement -or weight distribution- on the deck.
I told them about the wind and the tide, pointing out things.
I told them about general surfing condition in the area. About the coast-line and about good website for forecasts and webcams.
I told them a lot of things.
I could have just said "paddle harder!" and stop. It would have been ok as well.
But I'm a person who likes to understand and likes to explain things.
Then, just 10 minutes ago I was going over old pages of this blog and found things that I've forgotten; like understanding where to put my feet for carving, or my arms, or things like that. Things that nobody told me. Things over which I spent hours watching youtube videos to understand what people were doing. Things over which I spent hours in bed, thinking, visualising, dreaming..
I can't help but to think of how I missed someone who could really tell me stuff about places, wind, surfboard, the ocean, surf stories and general surf wisdom. And I still miss guidance.
I've been a good person with these 2 beginners. We had fun.
But I can't help being jealous of them as well.
It appeared like I'm an expert. But I'm the one who want a teacher!
Questo weekend ho speso una sessione di piccole onde in compagnia di due beginners.
Una conoscenza frutto del caso, che ha portato alla richiesta di consigli per inziare a fare un po' piu' sul serio.
Cosi' ho consigliato loro, adulti, 5 e 10 anni piu' giovani di me, di procurarsi un longboard di seconda mano.
Ho detto loro quando e dove incontrarci, ed ho aspettato pazientemente che fossero pronti.
Ho detto loro dove sdraiarsi sulla tavola, e cosa stavano facendo le onde, e la direzione, e le regole, ed il localismo e cose simili.
Ho detto loro della marea e del vento.
Quando remare o lasciar perdere.
Del nose-diving e della distribuzione del peso per non far scappare l'onda da sotto i piedi.
Dei point e dei beach breaks, della costa, delle condizioni generali, dei siti di previsioni e webcam.
Ho detto loro un sacco di cose.
Avrei anche potuto dire semplicemente: "rema piu' forte" e nessuno si sarebbe lamentato.
Ma io sono uno a cui piace capire e piace anche spiegare.
Dieci minuti fa scorrevo alcune vecchie pagine di questo blog ed ho trovato me stesso far domande e considerazione alle quali nessuno ha mai risposto.
E mi son ricordato di quando passavo ore a guardare video su youtube per capire cosa facessero gli altri. Per capire cosa fare coi piedi, le braccia. Per capire semplicemente perche' le mie surfate non si evolvevano come quelle degli altri. E le notti ad immaginare e sognare onde, e i miei movimenti.
E quanto ho sempre sentito la mancanza di qualcuno che mi spiegasse le cose, i posti, le tavole, il vento, e mi raccontasse di onde e avventure passate.
E ancora mi manca. Qualcuno che mi dica cosa sbaglio, o cose a cui non ho mai pensato.
Nelle mie limitate capacita' ho tentato di esser un bravo istruttore. E ci siamo divertiti.
Ma ora ne sono anche geloso.
Sembrava fossi un esperto. In realta' sono io che vorrei un mentore!
They are nice guys, 5 and 10 years younger than me and they needed some guidance to get the ball rolling.
I told them to buy a cheap, second hand longboard.
I told them when and where to go, or meet, and I waited patiently while they got ready.
I told them where to lay down on the board and how the small waves were acting, and about rules, localism and things to consider.
I told them when to go or when to save energy.
I told them about nose-diving and losing the wave due to lack of forward movement -or weight distribution- on the deck.
I told them about the wind and the tide, pointing out things.
I told them about general surfing condition in the area. About the coast-line and about good website for forecasts and webcams.
I told them a lot of things.
I could have just said "paddle harder!" and stop. It would have been ok as well.
But I'm a person who likes to understand and likes to explain things.
Then, just 10 minutes ago I was going over old pages of this blog and found things that I've forgotten; like understanding where to put my feet for carving, or my arms, or things like that. Things that nobody told me. Things over which I spent hours watching youtube videos to understand what people were doing. Things over which I spent hours in bed, thinking, visualising, dreaming..
I can't help but to think of how I missed someone who could really tell me stuff about places, wind, surfboard, the ocean, surf stories and general surf wisdom. And I still miss guidance.
I've been a good person with these 2 beginners. We had fun.
But I can't help being jealous of them as well.
It appeared like I'm an expert. But I'm the one who want a teacher!
Me on a winter day. I love that moment. |
Questo weekend ho speso una sessione di piccole onde in compagnia di due beginners.
Una conoscenza frutto del caso, che ha portato alla richiesta di consigli per inziare a fare un po' piu' sul serio.
Cosi' ho consigliato loro, adulti, 5 e 10 anni piu' giovani di me, di procurarsi un longboard di seconda mano.
Ho detto loro quando e dove incontrarci, ed ho aspettato pazientemente che fossero pronti.
Ho detto loro dove sdraiarsi sulla tavola, e cosa stavano facendo le onde, e la direzione, e le regole, ed il localismo e cose simili.
Ho detto loro della marea e del vento.
Quando remare o lasciar perdere.
Del nose-diving e della distribuzione del peso per non far scappare l'onda da sotto i piedi.
Dei point e dei beach breaks, della costa, delle condizioni generali, dei siti di previsioni e webcam.
Ho detto loro un sacco di cose.
Avrei anche potuto dire semplicemente: "rema piu' forte" e nessuno si sarebbe lamentato.
Ma io sono uno a cui piace capire e piace anche spiegare.
Dieci minuti fa scorrevo alcune vecchie pagine di questo blog ed ho trovato me stesso far domande e considerazione alle quali nessuno ha mai risposto.
E mi son ricordato di quando passavo ore a guardare video su youtube per capire cosa facessero gli altri. Per capire cosa fare coi piedi, le braccia. Per capire semplicemente perche' le mie surfate non si evolvevano come quelle degli altri. E le notti ad immaginare e sognare onde, e i miei movimenti.
E quanto ho sempre sentito la mancanza di qualcuno che mi spiegasse le cose, i posti, le tavole, il vento, e mi raccontasse di onde e avventure passate.
E ancora mi manca. Qualcuno che mi dica cosa sbaglio, o cose a cui non ho mai pensato.
Nelle mie limitate capacita' ho tentato di esser un bravo istruttore. E ci siamo divertiti.
Ma ora ne sono anche geloso.
Sembrava fossi un esperto. In realta' sono io che vorrei un mentore!
05 September 2018
A video -or- again on wave-pools
This is basically advertising without getting paid, so keep it in mind when you watch the video below.
But the reason why I'm posting it here is because it shows everyday, middle-age surfers tackling KS's wave pool.
And it's fantastic.
It's fantastic to not see pros doing the usual martian moves.
It's fantastic to finally be able to compare yourself, to be able to put yourself in there and say I can do that, I'd be better than that, I could learn that and so on.
Also, they say that they could use the artificial wave to try something over and over and improve immediately. Now, that's obvious, right?
And yet, social media and websites are still full of haters and stupid comments against wave-pools.
I watch this and really, I don't see any reason why it could be bad for surfing.
I'm counting the days till the one in Melbourne opens. Never soon enough.
Questo video e' publicita', quindi va guardato col giusto filtro.
Ma la ragione per cui lo posto e' che presenta gente normalissima, in genere sui 40, che si cimenta con l'onda di Zio Kelly.
E lo trovo fantastico.
Primo, proprio perche' non ci sono i pro in mezzo alle palle a far cose da marziani.
Secondo, perche' ci sono surfisti della domenica come me, e come voi, e come la maggior parte della gente che surfa. Puoi finalmente relazionarti e vederti al loro posto alle prese con la mitica onda artificiale. E puoi dire: io sono meglio, io farei cosi, questo potrei farlo anche io!
I fortunati (ma paganti) partecipanti affermano l'ovvio. E cioe' che con la possibilita' di ripetere le stesse cose decine di volte, e con l'aiuto dei coach, si progredisce molto piu' in fretta che in mare.
Basta guardare le loro facce per capire la figata che una piscina ad onde ti crea.
I social ed i siti in generale continuano a sfoggiare commenti contro le onde artificiali.
Per me e' pura stupidita'.
Conto i mesi per quando sara' pronta quella di Melbourne.
Mai troppo in fretta.
Subscribe to:
Posts (Atom)