I went to Byron for the weekend and yet again I came back
with a mixed feeling.
Love for the location and hate for what seems to me unsustainable
congestion of people and cars.
Love for the waves and hate for the crowd.
I woke up early on Saturday. I was dead tired from the day
before and it was cold.
I sat on the bed thinking, trying to be truthful to myself
and understanding if more sleep would have done more to my wellbeing than a
surf session.
But once you are awake and you know that waves are rolling
just 5 mins from you, it’s extremely hard to resist.
So I went.
I didn’t want to spend time searching for a carpark near The
Pass. So I stopped before, only to see that the walk along the beach to the
point was way longer that I remembered.
Once in the water, despite the early hours, I went back to
the same old Byron Bay frustration mode. The waves (medium small) were rolling precisely
on a specific line and the chances to get one, without being in the middle of
the lineup fight, was near zero.
I managed to jump on a few orphans at the last moment but I
got a close out every time.
Ice on the cake I got stung by a jellyfish. I didn’t see it
but it hugged my calf.
The pain got me distracted. And when I focused again the
crowd was just unmanageable.
I sat for a minute and asked myself why. What was I doing?
The sky was blue, the sun shining. It was a beautiful day.
And I knew I wouldn’t be able to fix my session. I knew my
frustration would poison me.
So, for the first time in my surfing life I gave up and went
back to the car after just 40 minutes or so. And it felt good. I bought coffee
and croissants and went back to my wife at the hotel.
I spent the rest of the day feeling good, not being
miserable for my failure. For once.
Sunday I woke up determined to catch a few at Wategos: the
point just behind The Pass.
I went there early, and this time I could count the people in
the water on my fingers.
The waves were bigger that I expected and there wasn’t a
clear pattern.
The sun was still low, behind the hill, and the water was
dark. I don’t know the configuration of the bottom there and I was a bit
nervous.
I went in far from the visible rocks and pointing straight
to some white water a bit far out, where a lonely lady was.
Wategos gave me back my stoke.
As the tide retired the waves got even better but the crowd
never reached a stressing point.
I just waited and got my nice rides. I surfed well for my
skills.
I’m stoked by the fact that I can consistently do things on
a wave, when I can get one!
I think I’m where I dreamt about when I started.
It has been a 6 years journey (minus 6 months for surgery) to
get to this point.
I am happy. I would like to progress a little more before my
age will start working totally against me.
Thanks Wategos.
Byron, you drive me crazy. Every single time!
Come al solito quando vado a Byron Bay torno indietro con un
misto di amore e odio.
Amore per il posto, e odio per il modo in cui la cittadina e’
congestionata dal traffico e dalla gente.
Amore per le onde e odio per la folla insostenibile.
Sabagto mi sono svegliato presto. Faceva freddo ed ero molto
stanco dal giorno prima.
Mi sono seduto sul letto, cercando di essere sincero e
capire se qualche ora di sonno in piu’ mi avrebbe fatto meglio di una surfata.
Ma quando sai che le onde rotolano a 5 minuti da te, e sei
ormai sveglio, non c’e’ piu’ niente da fare.
Sono andato.
Ho parcheggiato lontano da The Pass e mi sono fatto la
spiaggia a piedi con la falsa idea di fare prima. Lo onde rompevano solo al
point e sembrava la vigilia di natale al centro commerciale.
Sono entrato sperando di rastrellare qualcosa, ma la
frustrazione ha cominciato a salire rapidamente. Dopo una manciata di onde
orfane colte all’ultimo secondo e concluse immediatamente con un close out, una
medusa mi ha abbracciato il polpaccio. Dolore.
Dieci minuti di bestemmie, e quando sono tornado a
concentrarmi sulle onde con mio orrore la folla era aumentata ancora.
Con la gamba dolorante ho guardato il cielo blu, il sole
splendente, l’acqua limpida e la buona giornata che sarebbe potuta essere. Mi
son chiesto che cazzo ci facevo la a rodermi il fegato, e ho ammesso che anche
insistendo non sarei riuscito ad addrizzare una situazione penosa. Non volevo
vivere una giornata misera.
Mi sono fatto forza e sono uscito. Per la prima volta in
vita mia ho abbandonato delle buone onde dopo appena 40 minuti. Ho comprato
cornetto e caffee e sono tornato in hotel da mia moglie. Per la prima volta in
vita mia ho vissuto una bella giornata, sereno, nonostante una brutta sessione.
Domenica mi sono alzato presto e sono corso a Wategos,
dietro The Pass, in cerca di riscatto.
Il sole era ancora dietro la collina e onde grandicelle e buie
rotolavano in punti diversi della baietta. Pochissimi in acqua.
Non conoscendo il fondale mi sono tenuto lontano dalle rocce
visibili e mi sono recato titubante abbastanza in fondo, dove una donna sola
prendeva onde su un fondale che sembrava abbastanza profondo.
Wategos mi ha ridato la gioia.
Come la marea e’ scesa le onde sono andate via via
migliorando, senza che la folla raggiungesse mai livelli di fastidio.
C’erano diversi picchi e sono riuscito a surfare bene, su
bei cavalloni.
Sono gasato dal fatto che riesco a giocare con le onde
mandando la tavola su e’ giu’ a piacimento. Ho raggiunto quel livello che
sognavo quando ho iniziato.
Sono passati 6 anni (meno sei mesi causa intervento) proprio
in questo periodo. E’ stato un cammino lungo e spesso snervante. Ma sono
felice.
Vorrei progredire un altro po’ prima che il mio fisico
cominci a dire ciao.
Byron, ti amo e ti odio!
No comments:
Post a Comment