10 February 2017

At the office

Friday morning, team meeting from 9 to 10.

Someone talks about log ins, customer experience, roster issues. I fight against a big yawn, feel my neck a bit stiff. Look down and see my hands sunburned. This morning my reflex in the mirror still showed my eyes red from the salt water. I may look like I’m on drugs actually. But it’s only the after effects of a strategic day off spent catching perfect waves at National Park, Noosa. 

I look around the meeting room. The neon light it’s a big contrast with the overdose of yesterday sun. I’m sitting on a soft chair and thinking about popping up and catch a ride all the way to Little Cove beach. That’s was I was doing yesterday at this exact time. I look around. The others have no idea. It’s going to be a slow and boring day. 
What’s the forecast looking like?

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Venerdi mattina, riunione di lavoro dalle 9 alle 10.

Qualcuno parla di problemi coi log ins, del servizio clienti, dei turni di lavoro. Trattengo a malapena uno sbadiglio enorme e sento i muscoli del collo affaticati. Guardo in basso e vedo le mie mani bruciate dal sole. Stamane allo specchio avevo ancora gli occhi rossi dal sale. Non ho una bella cera, sembro un drogato in effetti. Ma e' solo il risultato di un giorno di ferie strategico preso per godere delle onde di National Park, Noosa.

Mi guardo intorno. La luce al neon e' un forte contrasto con l'overdose di sole di ieri. Siedo su una sedia morbida e ricordo i pop up con cui ho dato il via a delle cavalcate finite poi alla spiaggia di Little Cove. Era cio' che stavo facendo esattamente ventiquattro ore fa. Mi guardo intorno. Gli altri non ne hanno idea. Si prospetta un lungo e noioso venerdi.
Come sono le previsioni?

06 February 2017

Surfing PNG, part 2

In regards to surfing, I surfed a lot!

The cap on surfers admitted in the area is a blessing! It should be done in every island/surfing destination. The cap does not apply to locals but on tourists, rightly. And there's a small fee to be paid which help the local economy. I love it.
If you think about how sad Bali is right now, you really would think twice before wasting your resources like that.

Nusa Island Retreat, in Kavieng, offers six different spots on the nearby islands. The further out is 20mins by boat around an amazing little island in the middle of nowhere. I've visited all of them, but didn't surf in two and the waves were tubing right on top of a shallow and sharp reef. (I didn't want to have a go on tube riding in a place where the hospital is worst the the reef itself!)

At most, we have been 12 surfers in one spot (on 3 peaks). It happened just once. While I've been surfing alone twice! Usually we have been 3 or 4 longboarders most of the time.

We found a week of very variable conditions and we surfed anything from 2-3 to 7-8 ft, with occasional monster sets. A part from the two shallow spots, we surfed in all of them even with the biggest waves as the reef was under a good amount of water and the waves were not tubing - most of the times.

I surfed well and tackled good, big waves that usually around here are forever taken by others. I carved a lot with my progressive longboard and enjoyed the feeling of working a big wave face like never before. I was and still am stoked.

What I take with me after this trip is the knowledge that -within the realm of normal/recreational waves- I can surf well, or decently if you like. And that my problem is the crowd and the feeling of fighting for position and the pressure that comes with it. So, I'm more convinced about my skills and I'm happy.

I'm stoked. I can't wait to catch some good waves around here!

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Nello specifico, ho surfato tantissimo!

Il tetto al numero di surfisti in acqua e' una benedizione. Dovrebbe essere introdotto in tutte le isole che sfruttano il surf come risorsa economica. La restrizione non si applica ai locali, ma solo ai turisti, giustamente. E si paga una sorta di tassa di accesso insieme alla prenotazione. Favorevolissimo.
Basta guardare in che condizioni versa Bali, capitale di decadenza tropicale, per capire i rischi associati alla mancanza di pianificazione. Ma sto divagando.

Nusa Island Retrait, a Kavieng, offre sei surf spot differenti, destri e sinistri, sparpagliati in almeno 4 isole adiacenti al resort. Il piu' vicino e' dietro il resort e in teoria ci si potrebbe andare a piedi (in teoria), mentre il piu' lontano sorge intorno ad una minuscola isoletta in mezzo al mare a venti minuti di barca.
Sono stato in acqua in ogniuno di essi ma in due spot ho evitato di fare il kamikaze (e quindi di prendere onde) per evitare bombe tubanti direttamente su reef a pelo d'acqua. Erano sitauzioni in cui non ci si poteva permettere di sbagliare, e neanche di "provare", senza compromettere non solo la vacanza ma anche la propria salute in generale, dato che l'ospedale locale di un paese del terzo mondo fa quasi piu' paura del reef stesso..

Il massimo di persone in acqua e' capitato una volta, quando credo fossimo in 12, su tre picchi. Il minimo e' stato 1, io, da solo, in due occasioni. Di solito eravamo in 3 o 4, a surfare per i fatti nostri coi longboard. Una goduria.

Siamo capitati in una settimana di condizioni molto variabili e abbiamo surfato destre e sinistre dal mezzo metro ai due pieni, con alcune bombe occasionali enormi. A parte i due spot assassini menzionati prima, gli altri erano fattibili in quanto il reef stava piu' in basso e le onde di buona dimensione cominciavano a rompere molto fuori, senza necessariamente tubare.

Ho surfato bene, onde belle grandi che di solito da queste parti sono perennemente occupate.
Ho goduto come un riccio a scendere e risalire sulla faccia delle onde, sciolto e in controllo, front hand and back hand, carvando col mio progressive longboard come un ossesso. Ho anche sparato un passo incrociato sulla cima di una montagna trasparente, a mille all'ora, cadendo poco dopo, e ricevendo il suggerimento di non rishiare troppo dal veterano mio faro di riferimento.

Ho goduto, l'ho detto?
Sono molto convinto delle mie capacita'. Ho sempre saputo che il mio problema in Australia e' la folla, non le onde, ed ho avuto la conferma.
Non vedo l'ora di tornare in acqua.

01 February 2017

Surfing PNG - part 1

My week at the Nusa Island Retreat, Kavieng, PNG, left me with a truck load of memories and thoughts.
Every aspect had two sides.

The accommodation is fantastic, in a beautiful setting. But the heat, the humidity and the mosquitos make you suffer a bit, specially at night, when you need a good sleep to takle the next surfing day.
The scenery is stunning. Amazing colours, infinite sky, beautiful reef, fishes and birds everywhere. But also poverty is all around you. And the pollution, plastic, it's making its way to ruin the paradise.
The waves are good. Overhead most of the time of my week and doable. A part from some spots over sharp reef where it tubes and I just didn't dare to try.
The fellow surfers were good. In particular some old guys from the Sunny Coast were super fit and keen to give tips and share experiences. But there were also bogans, or white-trash for Americans.
My surfing improved and my confidence with it. But also I got a clear boundary of my limits. Skills limits, and body limits (age/fitness).
The local crew. A gang of -less lucky than me- boys, kind of poor, with no protections whatsoever, using battered surfboards, doing tricks and aerials like any pro on a magazine cover. But the world just ignore they exist.

It has been a good time.





La nostra settimana in PNG ci ha lasciato con un bel po' di pensieri e considerazioni varie.
Soprattutto ogni cosa ha avuto due facce, tale che Complessita' sarebbe il titolo ideale.

La sistemazione (Nusa Island Retreat, Kavieng) e' fantastica, bellissima. Ma il caldo, l'umido e le zanzare fanno soffrire, specie la notte quando vuoi riposare in vista della sessione di surf mattutina.
Il luogo da cartolina, colori fantastici, animali di acqua, cielo e terra ovunque, corallo e nuvole e orizzonti infiniti.
Ma la poverta' la vedi e non la puoi ignorare. E l'inquinamento arriva anche la, con la plastica che si accumula agli angoli delle vie, o lungo il "porto" di Kavieng.
Le onde, fantastiche, piu' grandi di quello che mi aspettavo, trasparenti, ipnotizzanti. Ma anche cattive, difficili da prevedere, e pericolose, con alcuni spot su reef affilato e micidiale.
I compagni casuali d'avventura. Alcuni in eta' da pensione, fantastici per forma fisica, allegria, disponibilita' a condividere la loro esperienza, entusiasmo. Ma anche i soliti cafoni, ignoranti, quelli che pensano che il personale sai loro schiavo, e che non hanno empatia per cio' che li circonda.
Il mio surfare. Galvanizzato da innumerevoli sessioni, migliorato e piu' sicuro di se. Ma anche consapevole dei miei limiti tecnici  e soprattutto fisici. L'eta' avanza. Non mi riferisco a niente di particolare. Solo, sono consapevole che un'intera settimana di surf a due sessioni al giorno, e' stata pesante e lo sara' sempre di piu'.  
I ragazzi locali. O the local surf crew, come fa figo dire per chi non parla inglese. Una banda di giovani piu' sfortunati di me per tanti motivi, ed una assoluta forza della natura tra le onde. Scalzi sul reef e nudi sotto il sole, muniti di tavole sgangherate, fanno acrobazie come i pro sulle copertine patinate delle riviste di surf. Solo che nessuno sa di loro.

E' stato bello.