17 November 2016

Rena Majore




Rena Majore is a awesome little village in the north of Sardinia (Italy). It sits on green hills looking at a very beautiful stretch of coast. 
That's where I spent 3 months of my life every summer, from when I was a baby to teenager years, when the call of soft female skins made me dislike the isolation of the place.

Every now and then I found the village mentioned by my compatriots in search of waves. This fact surprises me, and makes me feel kind of jealous, and a lot of nostalgia.

That coast faces NW, and it takes the Mistral wind straight in the face for most of the year.
Having spent so much time on that sand, I remember every sort of sea condition: from the fury storm to a magic colorful lake (see pic at the top). And everything in the middle. 


And interesting, I never, never, never saw a single surfer tackling those moody waves. All I saw in those years were windsurfs, in the far distance.
We were thought to be wary of the sea, and most of the fun was often on the beach, and not necessary in the water.

Now, when I hear about people searching for waves in that area, I recall some specific days in my childhood that fascinate me.
In fact, there were times when, after a storm, the sand would find itself readjusted evenly throughout the bay, creating a sort of pool 40cm deep and 100m long. It didn't happen every time there was a storm, and not even every summer. Just sometimes, god knows why.
And in those days, under the hot Mediterranean sun, with crystal clear water and no wind, one or two feet waves (leftover from the previous mess) rolled nicely in, all the way to the beach. And we kids used to play with them, and catch them with inflatable mattresses, and run over our parents and every swimmer in our path. And we laughed, and we had the best days of all.  

Lots of sand in this pic and some white here and there.. 

If at that time someone would have showed us what could have been done on those little waves, I believe I would have become a surfer decades before I did.

Also, I think, I played in very rare, and totally spectacular surf conditions, specially for a longboarder like I am now!
Life is strange and unpredictable.


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Rena Majore e' una localita' nel nord della Sardegna, con un bellissimo e vecchiotto villaggio turistico sorto fortunatamente non a ridosso della spiaggia, ma lungo belle colline verdi che guardano il mare.
Per i casi della vita, ho avuto la fortuna di passarci intere estati (circa 15 di fila, ad occhio), fino a quando, da ragazzotto pieno di ormoni, non riuscivo piu' ad isolarmi lontano dagli amici e soprattutto dalle pelli profumate delle giovincelle di mia conoscenza..

Ma ne parlo ora qua, perche' di tanto in tanto Rena salta fuori come destinazione per surfare per i miei conterranei in cerca di onde. E mi prende un magone strano, misto di gelosia, nostalgia, affetto, e curiosita' surfistica.

E penso alle mie infite, immobili, calde, spesso noiose estati passate la, e alle onde che vedevo.

Rena siede in direzione NO, e si prende il maestrale in faccia quasi tutto l'anno. Durante i miei 3 mesi di vita da spiaggia, vedevo tutte le condizioni possibili immaginabili. Dalle mareggiate estreme alle mattine in cui quasi quasi l'acqua non si muoveva neanche sulla battigia. E tutto cio che c'era nel mezzo.



In tutti quegli anni mai e poi mai vidi qualcuno surfare! Al massimo qualche volta spuntavano due o tre windsurf in lontananza, che non vedevo neanche mai partire o tornare in spiaggia.
Del mare si aveva paura, in generale, e il divertimento stava sulla sabbia quasi piu' che dentro l'acqua.

Ma cio' che mi affascina ora e' il ricordo di alcune giornate, che capitavano nei giorni successivi alle mareggiate, quando il mare, non si sa perche', aveva distribuito la sabbia in modo da fare una grande piscina di 40cm per almeno 100 metri. E quando, sotto il sol leone e senza vento, arrivavano uno o due piedi di onde perfette, che rollavano da lontano sino alla spiaggia, che io ed i miei compagni di giochi prendevamo con i materassini, travolgendo parenti e bagnanti vari, con risate e gioia infinita tipica dei bambini.

Molta sabbia e qualche schiuma in questa foto..

Ora, da adulto, lontano e invecchiato, capisco cio' che succedeva in quelle giornate. E son sicuro che se al tempo qualcuno ci avesse fatto vedere cosa si sarebbe potuto fare con quelle collinette d'acqua, mi sarei innamorato del surf con decenni di anticipo. 

Credo anche, se i miei ricordi non mi tradiscono, che in quelle giornate abbia giocato in rarissime e spettacolari condizioni di surf, soprattutto per un longboarder quale sono oggi.

Che strana la vita.

4 comments:

  1. È sempre un po' serendipitysurf anche questo post. Invece il link che mi hai mandato è molto rassicurante. Ma a te è mai capitato di trovare più gioia in altre passioni che nel surf? Per me il surf finora è stato 'totalizzante ' , avevo la mente solo li . Ora sono più presa dallo skate , non so perché. È sempre stato il contrario :)

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  2. Personalmente non credo alle pippe mentali che si leggono spesso sul surf. Penso che l'ossessione derivi dal fatto che sia un gioco molto, molto divertente, che pero' non garantisce soddisfazione automatica. E' come desiderare di mangiare qualcosa che adori, e riuscirci una volta al mese o meno. Non smetterai mai di volerla mangiare ancora! In ogni caso siamo animali complessi. Mille fattori influenzano il corpo e la menta. Tu stai serena e fai semplicemente quello che ti va. :)

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  3. Sei troppo grande! Si, io sono molto serena e sono sicura che arriverà anche il mio tempo :)

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  4. Sai Fed sono riuscito a surfare lì solo un paio di volte. Una la sinistra era davvero carina e penso che anche tu con io tuo long ti saresti divertito. Ogni volta che vado da quelle parti per il sicuro ora mi porto la tavola. A presto:)

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