27 September 2019

Kelly is coming

Good news.
It seems that the Sunshine Coast will get a Kelly Slater wave-pool in the near future.
Now the problem with the existing KS's pool in California is costs.
On one hand it requires too much energy to run, and on the other hand the model is such that there's a significant waiting period between surfable waves. The water has to settle for some time before a second wave can be run with the expected quality. All this brings to cost up to 50k dollars a day, if you want to try it.

So the question is: do they have a solution for that?
Will it be a 2-sided pool like Wavegarden?

Time will tell.
Certainly, I need one right now to beat this persistent, horrible conditions..



People with a lot o money


Una buona notizia.
Sembra che tra qualche anno ci sara' una Kelly Slater wave pool in Sunshine Coast.
Ora, il problema con quella esistente in California, nata come prototipo, e' che costa troppo. Da una parte ha un consumo energetico molto alto, dall'altro il modello di fondale sul quale funziona costringe gli operatori ad aspettare alcuni minuti dopo ogni onda, per consentire all'acqua di quietarsi e garantire la qualita' voluta.
Attualmente tutto cio' porta il costo di affitto a circa 50 mila dollari al giorno, se la si vuole provare.

La domanda sorge dunque spontanea: hanno risolto questi problemi? E quando? 
Sara' diversa dal modello attuale e magari avra' due lati funzionanti come il Wavegarden?

Come al solito non resta che attendere.
Certo e' che ne avrei disperato bisogno ora, dato le condizioni schifose del mare che non accennano a cambiare.
Non sara' mai troppo presto.  


  

18 September 2019

The Exit of Shame


Looking at cool surfing videos you only see beautiful young people, surfing in beautiful, secluded places, sun shining all the time.
They are always bear chest, or in bikini, and they don't get skin rush from the wax. They have 45 people taking pictures from every angle. They rush to the water without stumbling, they jump on the surfboard and this one slides effortlessly all the way to the line-up. When they are done, they get back to the beach riding a wave and you can tell that their hair is still dry.

Well, I try to be cool but it's not possible.

I spend ages getting ready. I always wear something to avoid skin rush or chunks of hair being teared away from my chest. I put plenty of sunscreen on my face and neck and often even legs.
I don't rush to the water because with the leash I can stumble at the first step. I just walk and put down the board, gently. Then Neptune sees me and sends waves in my direction to punish me. When I finally get to the line-up I'm a wreck.

But the saddest part is getting back to the beach. The operation that my friends and I have called the Exit of Shame.

It's a natural gift that allows you to never get a wave to the beach. You end up paddling like a beginner.
It starts when you declare "I'll go with the next one". And at the point there's no next one. The ocean simply gets flat for hours on end, laughing at you. You can then paddle back in for a hundred meters. Or wait.
If you wait, the next set is crowded with 100 surfers going all directions regardless of rules. If you chose to go you know you'll get hurt, and then you'll have to paddle back with a lump in your head.
If you are lucky and you really get a wave, then it's a close-out. In 3 seconds, you are floating in the breaking zone, with the biggest wave of the month coming at you. After the punishment, you know there's no way you can get a wave in. You find yourself in a channel, with a side rip that it's taking you away from your landing point. And that's when you have to paddle not only back to the beach, but sideways with the last remaining strength in your shoulders.

Ice on the cake, if the shoreline is a bit steep and rocky, you don't forget to kick a rock with your foot and bump the board somewhere, just to lose the last bit of dignity in the eyes of your peers.

The exit of shame. That's what make a session memorable!
I'm a master.





I didn't try this style. Yet.





In italiano questo post si intitola:

L'Uscita Meschina

A guardare i video patinati di surfisti piu' o meno famosi, possiamo individuare queste caratteristiche.
Surfano solo in posti bellissimi, spesso remoti, e dove c'e' sempre il sole.
Fa sempre caldo, sono sempre a petto nudo (o in bikini) e non hanno sfoghi cutanei derivanti dallo sfregamento della pelle contro la paraffina spalmata sulle tavole.
Hanno 45 persone al seguito per fare foto e filmati da ogni angolazione possibile.
Entrano in acqua con la rincorsa, senza mai inciampare, saltando sulla tavola che scivola senza sforzo sino al line-up, e soprattutto quando escono, coi capelli ancora asciutti, stanno cavalcando un'onda che li porta comodomamente sin sotto l'ombrellone.

Ebbene, ecco, io ci provo, ma proprio non mi riesce.
Quando vado in acqua ci metto un'ora a prepararmi. Indosso sempre la muta o qualcosa di simile per non grattuggiarmi i capezzoli e strapparmi ciocche di peli dal petto e ginocchia. Mi riempo la faccia ed il collo di crema solare, e se sono in shorts, anche i polpacci.
Entro in acqua camminando piano perche' col leash alla gamba inciampo anche da fermo. Poggio la tavola sull'acqua e remo faticosamente verso il line-up. In due secondi il mare mi riconosce e spedisce subito un set infinito di onde anomale per brutalizzarmi e farmi desistere.
Arrivo alla line-up senza fiato e sconvolto.  

Ma la fase migliore e' quella che io ed i miei sfortunati compagni di avventura abbiamo ribattezzato l'Uscita Meschina.

Si tratta di un dono naturale, misto allo zampino di Nettuno, per il quale non mi risulta possibile prendere un'onda per tornare in spiaggia. C'e' anche il fattore dichiarazione a voce alta tipo "prendo la prossima ed esco" che influisce sulla meschinita' dell'uscita. Un attimo dopo averlo detto il mare diventa piatto per 40 minuti. A quel punto o remi (uscita meschina, modello base) o aspetti. Se aspetti, quando finalmente arriva il set, 115 persone si lanciano sulle onde contamporanemante in un clima da gabbia di leoni. Se ti butti anche tu sai benissimo che il disastro e' assicurato (uscita meschina con contusione). Se lasci passare, torna la piattura.

Ma se per caso, per distrazione di Nettuno, riesci a prenderne una solitara e' sicuramente un close-out. L'onda ti travolge o cadi da solo miseramente. E poi scopri che dietro sta arrivando l'onda piu' grande del mese che ti sconquassa le membra gia' troppo stanche. Finita la punizione ti ritrovi troppo lontano dal line-up, su un canale d'acqua alta che fa amosciare le ondine di passaggio e che ti trasporta di lato. A quel punto, se non vuoi essere pescato dall'elicottero come Fantozzi, non resta che remare non solo verso riva, ma pure di lato  controcorrente per evitare di spiaggiarti a 5km di distanza. 
L'uscita meschina puo' essere poi coronata da una battigia ripida e sassosa. A quel punto una gratuggiata di piedi e ginocchia, ed un colpo di tavola tattico, annulla anche l'ultima parvenza di dignita' agli occhi dei presenti.

Ci sono volte in cui la performance dell'uscita meschina e' cio' che rende memorabile o meno una sessione al mare.
Io sono un maestro.



05 September 2019

Change is coming

Forbes published an article about waves pools, stating that in UK wave pools have been the cause of a 40% increase of people practicing surfing, in 2 years.

Although we can discuss on those numbers and on what kind of surfers those pools are creating, at the moment there are 13 Wavegarden pools under constructions around the world, and probably another dozen using other patents.

Things are changing and the athletic side of surfing will be reshaped very soon toward new scenarios.
It is silly to say that that's bad. Like for every thing, changes bring opportunities, challenges, and move the culture forward.

Thing will be different. To what extent we can only speculate. 
Facing the change, silly persons cry out and are left behind, smart persons are curios and take whatever advantage they could. 
I wanna be smart. I won't get a new job, I won't get rich, but I will improve my surfing.


This pic belongs to Wave Pool Magazine



La rivista Forbes ha pubblicato un articolo sulle piscine ad onde, una idea datata che solo negli ultimi dieci anni e' diventata realta' grazie alla capacita' di calcolo raggiunta dai moderni cervelli elettronici.

L'articolo afferma che in UK l'attivita' del Wavegarden, aperta da alcuni anni, ha contribuito ad un aumento dei praticanti del 40% in due anni. Una cifra esagerata che probabilmente non rispecchia la realta'. Ma non mi interessano i numeri esatti, ne tantomeno discutere, come fanno gli haters, gli odiatori di mestiere della rete, sulla qualita' e sulle capacita' di questi supposti surfisti cresciuti, o che cresceranno in piscina invece che al mare.

Il punto e' che la gente ci va. E che in questo momento ci sono 13 altre Wavegarden in costruzione in giro per il mondo, ed un'altra dozzina pronta a partire con altri brevetti.
Il cambiamento e' in arrivo. E noi possiamo solo speculare su cosa sara' il surf tra 50 anni.

Ma e' sciocco lamentarsi del progresso. In ogni campo il progresso porta al cambiamento, all'adattamento, a difficolta', a dover capire, ma anche opportunita', nuove idee, ed evolve la cultura dello sport.
Davanti al cambiamento gli sciocchi piangono. Gli altri vanno avanti.
Io voglio andare avanti, nel mio piccolo. Invece di spendere i soldi per andare al mare, quando potro' spendero' i soldi per avere una decina o piu' di onde perfette tutte per me, su cui ripetere gli stessi movimenti, ed imparare, piu' in fretta, e meglio.
Non vedo l'ora.
Avanti tutta!


02 September 2019

Back home



The early forecast I posted was wrong.
The more the week progressed the smaller the waves became.
I ended up surfing 1-2ft at Greenmount on a beautiful, warm, stunning winter day.
Some waves were decent, and I had fun, paddling a lot compared to the last time in Sardinia. My shoulders were weak, and well before the two hours mark, I was done. 
It was the perfect day to go back in the water, regaining confidence with my board and managing my fatigue without facing killer waves.

Thinking back about Sardinia, I think my last 2 sessions were similar in the fact that conditions were just enough to surf. And still, it was completely different, and better, tidier, cleaner..
Sometimes I wonder how my fellow Sardinian surfers manage to learn at all. Adding to the poor conditions the long flat periods, the cold, the wind, I really don't envy them. But hey, they do deserve lots of respects!!







Le previsioni sono poi cambiate col progredire della settimana, e alla fine e' venuta fuori una classica giornata invernale, spettacolare, quasi calda, con piccole onde docili ed ordinate.
Ed ero contento cosi'. Ho potuto riprendere confidenza con la mia tavola senza avere stress, gestendo le forze carenti senza mai una volta combattere con le valanghe di schiuma dei giorni seri. 
Ho preso qualche onda decente sui 2ft, che mi ha dato delle brevi pareti con cui riprendere il filo del discorso.
Ho remato molto di piu' che in Sardegna e l'ho sentito. Ben prima delle due ore le spalle non ne avevano piu' e sono uscito. Avrei imprecato se le onde fossere state meritevoli. Ed invece sono uscito contento e pronto a scaldarmi come una lucertola al sole.

Pensando alla Sardegna, mi viene in mente che ho appena fatto due sessioni in condizioni simili. Cioe', in condizioni minime per riuscire a far qualcosa, sia la che qua. Eppure qua era completamente differente, piu' pulito, ordinato, onde piu' lunghe, piu' forti, piu'... meglio!
Spesso mi chiedo come diavolo facciano ad imparare laggiu'! Con quello che mi e' costato arrivare ad essere giusto decente, in Sardegna credo ci avrei messo 10 anni di piu', contando il freddo, le piatte infitite, il vento, la qualita'.. 
Non invidio i miei conterranei. So solo che si meritano tanto rispetto per i loro sacrifici!