25 July 2013

Rotto - Broken

Dopo mesi di lontananza sono tornato a Noosa in compagnia di un amico ed ho finalmente surfato con un poco di costanza.

In circa due ore ho preso piu' onde che negli ultimi tre mesi.

Purtroppo le onde erano medio piccole e la bassa marea le faceva morire presto, con uno schianto sulla sabbia repentino. Percui tante le onde prese, e corte le cavalcate.

Noosa e' forse il posto migliore per me. Le due ore di macchina me lo fanno scartare spesso a favore di Coolangatta, dove pero' le onde diventano facilmente un po' troppo grandi. E data la penuria degli ultimi tempi, a Noosa mi sono lasciato conquistare dalla bellissima giornata, sfruttando le onde fino all'ultimo attimo possibile.

Errore.

Dopo due ore di rotolamenti conclusivi praticamente sulla sabbia, Nettuno mi ha punito e mi ha spedito la tavola dritta sulla schiena. Una botta stupidissima e dolorosa.
Giornata finita.
I sintomi sono quelli di una costola rotta. Il dottore ha detto di stare a riposo e che ci vorra' circa un mese per essere in ordine.

E' tutta colpa vostra. 
Voi surfisti da una vita, voi bravissimi in ogni condizione, collezionisti di onde in numero osceno. Voi che vi lamentate dei principianti ai quali sottraete qualsiasi occasione di prendere un'onda, contribuendo alla loro fame di cavalcate, e costringendoli poi, una volta in sella, a rimanerci oltre il ragionevole, fino all'ultimo momento, un po' come kamikaze, consapevoli che poi prenderne un'altra sara' difficilissimo. 
E' tutta colpa vostra, voi che non ricordate neanche di esservi mai fatti male, che non ricordate neanche di essere mai stati stanchi dal remare, voi che mai una volta mi avete detto: "prego si accomodi, questa bella onda e' tutta tua, fai la pratica che ti serve invece di stare a guardare ed aspettare all'infinito"!

Colpa vostra. Nessuno dubbio.


Eccomi qua, sull'ultimo istante disponibile, con gli ultimi centimetri d'acqua disponibili, giocando con l'ultimo sussulto dell'onda. Un'ora dopo mi sono invece ritrovato ai piedi di quella schiuma, ed il gioco e' finito..
Here I am. Playing with the last breath of the wave, at the last moment, in the last 10cm of water. One hour later I'd find myself under that white water, and the game was over..




After a few months I went back to Noosa.

Noosa is probably the best place for me, but I often go to Cooly instead, 'cause it's closer to Brisbane. The problem is, as I already wrote, that Cooly get bigger than my skills very easily, and there are so many people that it turns often into a wasted day.

Anyway, in Noosa was a beautiful, warm winter day and I got the chance to catch more waves than in the last two months. I was so stocked that I couldn't stop riding them, even if the low tide made them stop abruptly in ten cm of water.
And that was my mistake.
After two hours of happily trying my luck, I found myself under the crushing wave, and the board hit me in the back. Pain. Game Over.

I may have a broken rib. Doc says to take it easy and wait for a month.
Great. The best day in months turned into a punishment. And it's your fault. 

Yes, yours. You, who surfs since the day you were born; you, who could surf in every condition; you, who doesn't even remember if you got hurt just once in your life; you, who doesn't know what tiredness from paddling is; you, collector of a obscene number of waves; you, who never lets someone else catch a wave; you, who never tells me: "this is yours, catch this one, you need to practise more then me, and if you learn more then you won't be in my way next time, go for it!"
It's because of you if when I'm riding a wave I don't want to stop and then I'm in trouble. I fear that the next time I won't have a chance to catch it.
Feel guilty!

I'm such a kook.

17 July 2013

The Endless Summer

Con un leggero ritardo di 40 anni ho visto il film documentario The Endless Summer, una pietra miliare dei film sportivi e della cultura surfistica piu' specificatamente. Un must.

Un titolo cosi' famoso ed evocativo che perfino durante la mia adolescenza nel Mediterraneo, lontano universi interi dal surf, ne avevo sentito parlare.

Il film visto adesso risente del passaggio del tempo, come capita a tutte le opere. Sia per contenuti che per gesti atletici. Ma non e' una colpa.

Cio' che mi e' piaciuto e' stata l' ingenuita' e la freschezza del prodotto. I due surfisti protagonisti della pellicola si imbarcano in uno sprovveduto giro del mondo per surfare onde allora sconosciute ed evitare l'inverno della California. Si capisce che non avevano idea di dove fossero ne di cosa aspettarsi e le piccole avventure a cui vanno incontro sono genuine e piacevoli da seguire. Il regista che li segue e commenta la pellicola ha senso dell' humor ed e' capace di trasmettere il senso di scoperta a cui tutti loro vanno incontro.

Ma.
Non ho la minima idea se quello che sto per scrivere sia una critica gia' espressa e datata o se nel culto del film ci si e' dimenticati un minimo di senso critico.

Cio' che non mi e' piaciuto, e che credo al giorno d'oggi sia impossibile ignorare, e' il razzismo con il quale il regista commenta le immagini e le interazioni con i locali.
Traspare tutto il tempo un sottofondo di superbia determinata dal fatto di essere americani e uno sfotto' insopportabile. 
Tralasciando la parte relativa all'Africa, quando si arriva all'Australia ci sono una decina di secondi dedicati alle facce dei ragazzini surfisti di Sydney. Facce inglesi, facce sdentate, facce di chi aveva pochi soldi in tasca e poco cibo in pancia, facce di mascalzoni, come in tutti il mondo, facce  mostrate in silenzio ed accompagnate da una musichetta tipo Stanlio ed Olio. 
E' solo un esempio. Uno dei tanti. Uno dei troppi. 

Sono sicuro, o voglio credere, che sia tutto frutto del buon umore che voleva accompagnare il racconto. Cio' non toglie che il messaggio di sottofondo sia "noi siamo americani e gli altri dei selvaggi".

Ovviamente non ho mai letto una cosa del genere in merito al film e cio' e' forse dovuto al fatto che chi ne scrive e chi lo cita forse parla per sentito dire e non lo ha mai guardato. O e' americano e non si e' accorto di nulla..





Fortyseven years after its release I watched The Endless Summer. A cult for the surf culture. Such a famous title that reached me in my youth when I was worlds away from surfing.

I liked the fun approach of the director and the fresh, simple, ignorant look at the world they were discovering. You can tell they didn't have idea about where they were going, about the people and the culture they were meeting, and the good and/or bad spots for surfing. No to mention the seasons and the right conditions. (They came to Australia and they weren't able to find surf!)   

But what surprised me the most was the constant racism that run underneath the story. It's very disturbing. The director, while telling the story, doesn't loose a chance to make fun of the people they meet and the reaction they have about the two protagonists and their huge boards. 
Leaving aside Africa, when they come to Australia there's a good few seconds of young australian surfing faces. Skinny, pallid, dirty, maybe teethless, maybe hungry, funny, smart, young faces. With a kind of Lauren and Hardy soundtrack. C'mon!

I'm sure, I wanna believe, that's all because Bruce Brown wanted to give a funny and easy account of their adventures. But I can't help my brain to receive the message "we are americans and they are salvages" all the times. 

I've never read such critics about this movie and I wonder if that's because at that time racism comments were perceived with less concern, or not perceived at all, and/or because who writes about it now didn't watch it at all. Or maybe he/she is american?
(This last question, which tries to sound funny, has the same bad taste as many jokes in the movie) 

09 July 2013

Bells Beach

I've been to another legendary surf spot: Bells Beach, near Torquay, Victoria.

The town is small and nice. It's all about surfing and they live out of that. It has some easy breaks, well, they looked easy, just in front of the town and then Bells Beach is just few km south.

I went there just after watching some clips about some epic swell back in the days, and I couldn't believe those giant waves fitted in that small patch of sea. It was terrifying thinking about people in the water while the monsters were exploding like bombs.

Nevertheless men had ridden them, literally flying on moving mountains.

The day I was there it was small and there were more people surfing on the other side of the beach rather then the historic break. The air was freezing and I just couldn't imagine what the water was like.

I felt lucky to surf in Queensland and a total kook for my lack of skills and knowledge of the Ocean.

Hat off to those guys freezing out there.


                                       
   
                                       




Ho avuto modo di visitare un'altra mecca del surf.
La cittadina di Torquay, nel Victoria.

Oltre ad alcuni punti più o meno -apparentemente- semplici proprio davanti al lungomare, ho posato il mio sguardo sacrilego sulle onde di Bells Beach, una spiaggia giusto qualche chilometro più in la che in alcune annate e' stata teatro di mareggiate, onde e competizioni leggendarie.

Il clima era freddo ed il mare quasi calmo. Pensare alle onde enormi che ho visto in foto in quella piccola e poco profonda insenatura faceva scorrere un brivido lungo la schiena. I boati immagino sconquassassero l'aria ed il solo coraggio probabilmente non sarebbe stato sufficiente ad uscire vivi.

Cionondimeno vi furono uomini, in quei giorni, che stettero dritti sulle loro tavole, volando su incredibili pendii in movimento.

Io guardavo e sognavo di assistere a quelle imprese. E nel contempo ammiravo i surfisti alle prese con le onde del momento, immersi nell'acqua ghiacciata della costa che guarda il Polo Sud, e battuti dal vento maledetto. Drogati di surf.

Mi sono sentito fortunato ad usufruire del dolce clima del Queensland, ed anche una schiappa, data la mia limitata confidenza con l'Oceano.
Ci sono onde e posti che non saranno mai alla mia portata. Ma non mi cruccio. Ne prendo atto.

Nel mentre, aspettando di tornare sulle mie piccole, calde, goduriose onde di qua, mi tolgo il cappello davanti a quei ragazzi immersi nel surgelatore.
Tenete duro!

03 July 2013

150

If I'm lucky I will surf again the 13th or 14th of July.

It will add up to a total of 19 days of emptiness, at least. And considering how bad my last sessions were it's like I'm not surfing since March.

And then I come across a book titled Noosa surfing in the '60s, in which Bob McTavish recall his youth and says that in those years he was surfing Noosa roughly 150 days a year. 150! 
How can I sleep decently with this thought in my mind? 
It's like starting surfing on the first of January and finishing on the 30th of May! 
And he's not saying that he surfed just once a day. U know what I mean? And he's not saying that he didn't surf other spots the rest of the year.

Come on! Now, who can do that? Seriously! You don't have anything to do? Don't you have a job, a life, something to work (in every sense) for? 
You have to be a slacker.

And so the young Bob was basically camping at the National Park and then got a job as apprentice shaper just because he needed money to buy bread and canned food. Then he became one of the best surfers of his time and one of the best shapers of his time and today he's still selling longboards worldwide.

Two thoughts:
1- if I had the chance to surf 150 days a year I'd become a good surfer. Even at my age. 
2- only a slacker can do that. And at the same time only if you commit your life to a single passion, and give up all the rest, you can achieve something and leave your mark.

But where are the boundaries between being a slaker, a crazy man, a maniac, a visionary, and a genius? 


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Per via di impegni vari non potrò surfare sino al weekend del 13 e 14 luglio, ammesso che quel weekend sia buono per farlo. Significa una pausa di almeno -almeno- 19 giorni.
Una eternità.
E considerando quanto povere sono state le ultime uscite, devo dire che il mio surfare e' fermo da mesi. Niente progressi e poca gioia.

A questo proposito mi rode il fegato leggere, e rileggere incredulo, una frase di Bob McTavish nel libro Noosa surfing in the '60s. Nei suoi ricordi il famoso surfista e shaper afferma che in quegli anni surfava Noosa circa 150 giorni l'anno. 150!!!!
Dal primo Gennaio surfando tutti i santi giorni per 150 giorni si arriva al 30 Maggio.
1 Gennaio - 30 Maggio senza pause.
Ma come si fa?
E' anche chiaro che non afferma di aver surfato solo una volta al giorno per 150 giorni. E non afferma di non aver surfato in altre localita' nei rimanenti giorni dell'anno..

Ora ragazzi, diciamocelo: solo un perdigiorno puo' fare una cosa del genere. Uno che non ha niente da fare nella vita e non si preoccupa di trovare un lavoro e di cosa succedera' "da grande".
Uno che non ha la testa sulle spalle, uno a cui si puo' gridare con buona causa: "Vai a lavorare!"

Beh, questo sfacendato di Bob, per potersi comprare da mangiare (e solo per quello - dormiva accampato nel parco di Noosa), dovette mettersi a fare tavole da surf, vicino alla spiaggia, presso un signore che aveva capito presto il business che sarebbe poi stato. Cosi' Bob, che faceva tavole solo per comprare pane e cibo in scatola, e passare il tempo in acqua, divenne poi un bravissimo surfista (ci mancherebbe!), ed un rivoluzionario dello sport, mettendosi a produrre tavole in proprio e  contribuendo alla short board revolution.

Oggi esporta tavole in tutto il mondo ed e' un pezzo di storia vivente.

Due pensieri:
1- Se potessi surfare per 150 volte all'anno potrei diventare molto piu' bravo, nonostante l'eta';
2- Solo uno sfacendato puo' farlo. Ed allo stesso tempo si sa che solo chi dedica tutta la vita ad una sola cosa, passione, sacrificando tutto il resto, puo' eccellere e lasciare un segno.

Dove sta il confine tra scansafatiche / pazzo / lunatico / visionario e genio?