21 March 2018

Ghost

I'm a stubborn person. That's what I learned so far.
Like a rock, we said around where I come from. It sounds both a good thing and a bad thing. And it's both.

The problem is mixing it with the addiction that surfing causes.

Living far from the beach means a continuous, never ending, tiring bargain process with people, commitments and life in general. 
I fight, virtually, with everything, even with myself, in order to get my weekly wave fix. And on average, over time I end up going and surfing alone most of the times.

I love surfing with friends, but there's nothing I can do.

I wake up early, and question why I do it while having a silent breakfast. I sneak out like a tired cat. I drive the car in complete silence since the radio has always been broken. 
I curse the traffic, and think about life challenges, and surfing. I follow my complex and random chain of thoughts. In silence.

I desperately search for a car spot. I comfort myself if the surf is bigger than expected, or insist on getting in the water if it's smaller. I check other people's boards, and looks. And check the girls in general, as default mode. But it's all in my head.

I search the best paddle out path. I take the waves on my head. I pant. I take position in the line-up. I don't say hello. I may g'day someone if we make eye contact.  

I surf. I think about my mistakes and try to re-live the good moves. I curse. I enjoy it. I stay silent.
I watch the others.

I check the time. I take the last one. Then a couple more. And then just another one. 
I go back to the car. I think about the waves I got and what I did  while I do everything in reverse. In silence. Usually I'm in a hurry so I don't take pictures.

I drive back, boiling in my car and alone with my thoughts.

Sometimes it feels like I'm a ghost.
But I'm stubborn. I want to surf. I repeat this routine of road trips, waves and silence endlessly.
For me. Just for myself. Stubborn and selfish. My ego and my need. 

And then, more often than not I wonder why I'm doing all this. Is this a reward or a punishment? I could argue for both.
I don't know the answer. Must be a reward. 
I hope.



'Lonely wave' by Unitoone on DeviantArt



Se c'e' una cosa che ho imparato di me stesso, e' che sono cocciuto.
Ho la testa dura. Come una pietra, direi, pensando alla mia sardita'.

Da quando il surf mi ossessiona, faccio il possibile per surfare sempre. Ossia tutti i weekend. Come accennato in altri post, cio' comporta perenni trattative con le persone che mi circondano e con la vita in generale. Ma non mollo.

Quasta congiunzione di cocciutaggine e compromessi da fare manipola la mia esperienza col surf tanto da poter dire che probabilmente piu' del 60% delle volte vado in acqua da solo, a probabilmente quasi altrettanto viaggio da solo.

Mi alzo presto chiedendomi il perche'. Faccio una colazione frugale ed in silenzio. Esco come un gatto -invecchiato- e mi metto alla guida in completo silenzio, avendo l'autoradio morto da sempre.
Vago e mi perdo nei miei pensieri che spaziano dalle bestemmie per il traffico ai problemi del mondo. O miei, ovviamente.

Cerco disperato il parcheggio. Valuto le onde. Mi faccio coraggio da solo se e' piu' grande del previsto, oppure mi esorto a non vanificare il sacrificio che ho appena fatto se e' piccolo. Entro lo stesso. Questa e' la parola d'ordine.

Guardo i culi delle ragazze in spiaggia, le tavole e l'aspetto di quelli che si preparano o di quelli che hanno appena finito.

Remo, mi prendo le onde in faccia, valuto, mi viene il fiatone, prendo posizione sulla lineup sempre in silenzio. In Gold Coast e' sempre inevitabilmente affollato, ma siamo tutti locals per frequentazione, non per residenza. Questo per dire che non saluto nessuno. Resto nel mio silenzio. Nessuno si aspetta un saluto. Non che ci sia tensione in acqua. Almeno non dove vado di solito.  Semplicemente non e' cosi' che funziona.
Qualche volta interagisco, capita. Ma poca roba.

Valuto, faccio il noioso gioco della posizione con gli altri, gioisco e bestemmio per le mie cavalcate. Ragiono sull'errore o cerco di visualizzare cosa ho appena fatto di bello. Imploro pieta' quando le onde mi fregano nell'inside, ma non ho nessuno a cui fare un segno, per dire che non sto affogando. Non ancora.
Guardo il cielo e i palazzi in lontananza. I culi delle surfiste.
Commento e ragiono tra me e me. In silenzio.
Prendo l'ultima onda. Poi alcune altre. Poi giusto un'altra. Poi giuro, l'ultima.
Esco. Mi cambio. Rifaccio tutto al contrario e salgo in macchina a bollire in mezzo al traffico.
99.99% delle volte ho fretta e non faccio neanche una foto.

Mi vien da dire silenzio e oblio.
Alle volte mi sembra quasi di essere un fantasma.

Ma surfo. Non mi fermo. Ripeto all'infinito questa routine di viaggi, onde e silenzio.
Per me. Solo per me. Egoisticamente solo per me. Continuo, cocciutamente. 

Qualche volta mi chiedo il senso di questa sorta di alienazione.




15 March 2018

Pros, go away

So this week there's the Noosa Surf Festival on one side, and the Quicksilver Pro at the other end.
The 2 best spots are taken.
Add the effects of the short lived cyclone Linda on the open beaches in between those two locations (big swell, erosion, strong current, strong winds, beaches closed everywhere), and you get the picture of how frustrating this period has been.

Honestly, I don't enjoy those events. They just maximize the crowd problem everywhere. And I only care about surfing. I want to be the one surfing. I don't care watching the others.

The pros should be able to wrap up the contest today. Thanks the lord.
I hope Saturday will give me some joy!


The contest being held at Kirra today. Crowd watching from the rocks..


Vedo sui social media gente eccitata ed entusiasta per via del world tour che riprende in Gold Coast.
Per me e' da sempre (da quando surfo si intende) una grandissima rottura di palle.
Le onde migliori occupate da gente che surfa tutta la vita, tutti i giorni, le onde migliori.
Poi quest'anno le date si sono accavallate con l'altrettanto snervante Noosa Surf Festival, a nord. Aggiungete gli effetti del declassato ciclone Linda, che ha reso quasi insurfabili tutte le spiagge nel mezzo alle due localita' impegnate coi contests, ed ecco dieci giorni pieni durante i quali io non ho speranza di combinare una mazza. Nonostante le belle onde!

Non so cosa ci sia di eccitante all'idea di vedere questi surfisti elitari fare i loro comodi a tuo discapito.
Per me Marzo e' sempre sinonimo di rotture di palle.
Vedo gente brava, in acqua con me, continuamente. Gente che mi fa sempre sentire un passo (o due, o tre) indietro. Non ho nessuna voglia di stare a guardare dalla spiaggia altra gente che surfa al posto mio.
Io voglio essere quello in acqua.

I pro dovebbero concludere oggi. Spero che si tolgano dalle palle in tempo per potermi divertire questo sabato.

08 March 2018

Alone

Roughly once a year I manage to surf alone in a normally crowded spot.

It happens because the swell is so, so small that 99% of people don't even botter.
I'm the 1%. 
And I love it.

It's not the size of the wave, but it's the steepness that makes you move.
With a longboard you can catch 10cm waves if they are steep enough.

Yes, true, you can't do much on 10cm, but a bigger set always come.

So I went to Cabarita this time, a more exposed spot, to catch all the possible ripples of Lake Pacific.
There were 1ft waves coming up just in front of the rocks in between the beaches. Nobody bothered. I went in.
10 meters rides. One after the other. 1ft waves with the odd ones at 2ft.
Pop up, bottom turn, cross steps to the nose. Over and over.
I lost count.

So much fun.

Some hours later with a lower tide
Qualche ora piu' tardi con la marea in uscita


Circa una volta all'anno, o quasi, mi capita di surfare da solo anche se mi trovo in spot notoriamente affollati.

Capita perche' lo swell e' cosi piccolo, ma cosi' piccolo che il 99% delle persone non si pone neanche il problema. 
Io sono il restante 1%.

Il perche' e' ovvio ai miei occhi. Non e' l'altezza dell'onda a determinare la surfabilita', ma l'inclinazione. Se c'e' energia, uno swell di passaggio,  anche se piccolo, con il longboard e' un attimo prendere 10cm di onda. Basta quel poco di inclinazione e vai.
Certo, su 10cm non puoi farci molto, ma il set assassino arriva anche nei giorni di quasi piatta. E si traduce in due piedi puliti e divertenti.

Cosi' sabato scorso sono andato in un piccolo point molto esposto, alla ricerca di ondine sperdute. Le ho trovate dieci metri davanti alle rocce. Ovviamente schifate ed ignorate da tutti.
Ci sono andato.

Mi sono sentito un cretino, ma solo sino a quando ho preso la prima. Perche' poi il conto e' salito prestissimo. Pop up, micro bottom turn, cross step to the nose. Decine di volte. Quasi senza pausa.
Dopo mezz'ora si sono uniti due aussie con delle shortboard. Ero stupito, ma poi infatti era impossibile che riuscissero a surfare. 

Stare in acqua a far quel che vuoi e' speciale.
Erano onde piccole si, ma e' stato molto bello.