07 April 2013

Sulle tavole - On surfboards

Ho accennato in precedenza a diversi tipi di tavola che funzionano in modo diverso, ma per chi non pratica questa attivita' la questione tavole puo' sembrare un tecnicismo noioso.

Invece le cose sono molto piu' semplici di quanto possa sembrare.

Considerando solamente gli ultimi 80 anni, possiamo dire che il surf moderno e' nato con i longboard, tavole da almeno -almeno- 12ft (4m) munite di una grande pinna sotto la coda con le quali i primi surfisti andavano quasi esclusivamente dritti verso la spiaggia.

Col tempo le tecniche di pilotaggio si sono affinate e negli anni '60, proprio in quel di Noosa, grazie ad un piccolo gruppo di giovani australiani visti da molti come perditempo, le tavole hanno cominciato ad essere accorciate e rese non piu' piatte ma un poco a banana, per poter permettere al surfista di muoverle piu' agevolmente.

Il processo di accorciamento delle tavole e' stato una vera e propria scoperta/rivoluzione, un po' come la scoperta degli alettoni per le macchine da corsa.
Il cambiamento non e' stato repentino ma costante negli anni e solo oggi ci si e' fermati sulla misura piu' o meno ottimale, da aggiustare in base al fisico del surfista, di 6ft (2m) circa.

Cosi' mentre un tempo si scivolava dritti verso la spiaggia, dopo una decina di anni si scivolava scorrendo lungo la faccia dell'onda, perpendicolari, per poi passare a muovere la tavola su e giu' in diagonale, poi avanti ed indietro, e negli ultimi tempi addirittura a volare sopra le onde.

Il processo di accorciamento iniziato alla fine degli anni '60 e' passato alla storia col nome di shortboard revolution, che ha poi permesso di coniare il nuovo -ora comune- termine going vertical, ossia mandare la tavola sulla faccia dell'onda dalla base sino alla cima, con una traiettoria effettivamente verticale, cosa un tempo impensabile.

Questa evoluzione dello sport ha pero' causato non pochi problemi ai surfisti della domenica, i comuni mortali, che spinti dalle riviste specializzate e dalle campagne pubblicitarie, si sono trovati a comprare e cavalcare anche loro tavole sempre piu' piccole e quasi impossibili da utilizzare.   
Quasi impossibili perche' gli shortboard non hanno una superficie tale a contatto con l'acqua che possa farle scivolare sulle onde. Se usate di piatto sull'acqua tendono ad affondare sotto il peso del surfista ed a fermarsi. 
Devono essere usate come degli scii, sempre inclinate dentro l'acqua, da un lato o dall'altro, su pareti quasi esclusivamente verticali. Cioe' sotto un' onda che ti sta per divorare.  

Questa frustrazione, ignorata dall'industria per molto tempo, ha portato la gente comune a partire dagli anni '80 a rispolverare di spontanea volonta' le vecchie enormi tavole abbandonate nei garage, per poter surfare di piu', con piu' calma e piu' facilmente.

E' stato allora che e' nata la distinzione e nelle spiagge si sono visti contemporaneamente due tipi di surfisti, due tipi di tavole, due tipi di stili diametralmente opposti: gli shortboard ed i longboard.
E solo allora l'industria, quasi esclusivamente artigianale, si e' accorta della necessita' di servire il grande pubblico, che se ne infischia delle ultime novita' cavalcate dai campioni del mondo. 

Negli ultimi anni poi sono venuti fuori tutti i tipi di ibridi possibili ed oggi la gamma di tavole a disposizione e' enorme e cio' rende anche difficile per un novizio scegliere cosa comprare.

Per quanto mi riguarda inizialmente pensavo di non volere una tavola troppo lunga perche' mi avrebbe impedito di compiere meravigliose evoluzioni. Fortunatamente alcuni amici hanno insistito sulla necessita' di iniziare con qualcosa di grande e facile, altrimenti avrei comprato una tavola che mi avrebbe fatto sentire incapace e avrei probabilmente abbandonato l'attivita'.

"Grande e facile" poi e' tutto dire.
Imparare a surfare e' come imparare ad andare in bici, o sui pattini, avendo -letteralmente- circa 3 secondi di tempo ogni 2 settimane, e contemporaneamente finire la giornata e sentirsi come aver appena concluso una maratona.  
Io stesso non so come ho fatto ad insistere.

Oggi con uno shortboard si vola letteralmente..
Today you can literally fly with a shortboard..



Con un longboard invece si scivola sulle onde, e si cammina..
With a longboard instead, you glide and walk..



..sin sopra al muso.
..up to the nose.



Al di la' del fatto che non riusciro' mai a volare in aria con uno shortboard, l'euforica sensazione di scivolare sull'onda col longboard mi pare si sposi meglio con la delicata magia del momento.




I'm writing this just for those who don't know much about surfing.

At the beginning of the modern era of surfing, surfboards where huge (12ft or more) and basically ridden straight to shore.
Only in the '50s PU came available and people in USA started using it to make boards instead of wood. With this boards and the aid of a big ugly fin, surfers begun to surf sideways to the wave, and trim and turn the board.
In the late '60s, and particularly in Noosa first, then Gold Coast and Sydney region it became clear that with a less long board with a slightly banana shape it'd be easier to properly ride a wave performing manoeuvres on its face.
They started to shorten the boards and experimenting with them. It then became known as the 'shortboard revolution' and the process kept going until recently, when it became clear that 6ft was sort of the limit, adjusting it according to the rider body. 

With a shorter board surfers where able to put the board where it was not possible before, and performing unbelievable manoeuvres, like going vertical first, and going aerial today.

But the problem was that the surf industry followed the trend, selling smaller and smaller boards to the common occasional surfers, who, little by little, found them impossible to ride. So much so that in the '80s, in order to find again the lost fun of surfing, people started to take out the old falling apart longboards from the sheds and using them, despite they were out of fashion. It was then, that surfing kind of split in two categories, with two different styles: shortboarding and longboarding.  

Industry then followed and today it's finally possible to find every sort of hybrid in the shops.  

When I started surfing I didn't want to have a longboard fearing that it'd possibly stop me from performing beautiful tricks. How naive I was! Luckily I had some friends who insisted about the necessity to have something big and easy to start with. If it wasn't for them, I'd probably gave it up very soon.
A shortboard is not made for gliding on the surface of the water, but for carving and cutting the water endlessly. Possibly vertical water. That means being just under a wall of water crushing upon you. Way to difficult for someone like me.
"Big and easy" then.. Learning how to surf is like learning to skate with 3secs on hand every two weeks, and at the same time feeling tired as you just run a marathon.

I don't know if it's because I'll never be able to ride a shortboard, but I now think that the longboard style better suits the delicate magic of surfing.   

No comments:

Post a Comment